Il primo appuntamento

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2008 - edizione 7

Nebbia spettrale su Milano.
Due lune piene distinte sullo stesso orizzonte.
La più grande è alta nel cielo. Lattiginosa, butterata, magnetica. La seconda è ben più piccola e nitida, ed è color rosso sangue. Nessun’altra luce nel quartiere.
Il prurito che sento sotto il cappotto è quasi insopportabile. Mi fanno male i denti, le ossa e la testa pare mi debba scoppiare da un momento all’altro. Accosto affianco alla seconda luna, non riesco più a guidare. Non è proprio la sera ideale per un primo appuntamento.
A dir la verità è un paio di notti che sto così, da quando quel nuovo strano collega mi ha portato all’Half-Moon Club a bere qualcosa. Qualcosa è la parola giusta, perchè non ho la più pallida idea di cosa mi sia trangugiato. So solo che sono tornato a casa ubriaco.

Sarà colpa di quello? Alla televisione se ne sentono di tutti i colori sui cocktail: droghe e pasticche disciolte, Prozac, Roipnol e chissà quante altre diavolerie.
Guardo la luna più grande, quella vera, prendo un grosso respiro e il dolore aumenta. Mi piego sul sedile sbavando sul volante. Mi asciugo le labbra con il dorso della mano e mi pungo con la barba. Maledizione! L’ho fatta prima di uscire.
Guardo la luna più piccola, il semaforo sopra il cancello. Non è più rosso sangue. Ora è verde acido, allora capisco... non so come sia finito qui, ma ora ho il permesso di entrare anche senza il mio collega, perchè questo è il discreto ingresso posteriore per i clienti VIP dell’Half-Moon Club.
Mentre il cancello automatico si spalanca, sento i richiami del branco dall’interno. Si stanno già divertendo con gli altri, e non aspettano altro che io mi aggiunga alla festa.
Sono uno di loro, adesso.
Scusami, baby, stanotte farò tardi.

Enzo Milano