Uno strano incontro

Una sera verso mezzanotte, dopo aver visto i miei amici, stavo tornando a casa. Mi avvicinai al portone del mio palazzo e presi le chiavi per aprirlo. Da un angolo del palazzo appoggiato al muro vidi un uomo che mi guardava, scartai l’ipotesi che fosse un ladro perchè era vestito con molta eleganza. Portava il cappello i guanti ed un bastone e mi sorrideva in un modo un po’ strano.
- Ehi ragazzo - mi disse - non mi riconosci?
- No, - gli risposi - non vi ho ma visto prima d’ora.
- Ci siamo incontrati un paio di volte, ma tu eri ancora piccolo avrai avuto un sei, sette anni. Sono il fratello di tuo padre. - Mi avvicinai e lo guardai meglio e ad un tratto mi ricordai di averlo veduto in qualche foto con mio padre.
- Sì, mi sembra di avervi visto in qualche sua foto.
- Sei cresciuto ragazzo mio, adesso devi avere vent’anni se non sbaglio?
- No, ne ho ventisei, volete salire in casa zio, mio padre sarà molto felice di vedervi!
- No, passerò a trovare mio fratello un altro giorno. Volevo vederti e passare qualche ora con te, se per te non è troppo tardi.
- Ma che dite zio, sarà un piacere passare un po’ di tempo con voi.
Vieni con me allora, tra un’ora ti riaccompagnerò a casa. - Chiusi il portone del palazzo e lo seguii.
Camminammo molto, mio zio mi raccontò tutto quello che aveva fatto negli ultimi vent’anni. Mi disse che aveva lavorato e viaggiato tantissimo. Che i suoi sacrifici erano stati premiati e che era diventato molto ricco. - Vedi ragazzo mio basta conoscere le persone giuste, il segreto è tutto qua.
- E come si fa zio a conoscere le persone giuste?
- Ah ah ah bella domanda figliolo. Come ti ho detto prima, ho viaggiato parecchio ed ho incontrato molte persone, adesso mi basta un solo sguardo e mi accorgo se un uomo può farmi guadagnare dei soldi. - Ero affascinato da mio zio, il suo modo di esprimersi, la sua gestualità, ma soprattutto il suo sguardo aveva qualcosa di strano, come di uno che avesse visto o fatto le cose più inimmaginabili.

- Ti voglio raccontare come è cominciata la mia fortuna. Una sera di molti anni fa mi trovavo in un bar e stavo prendendo una delle mie sbronze colossali, avevo già finito una bottiglia di vodka quando mi si avvicina un uomo. Io allora ero molto povero mi guadagnavo quel poco da vivere scaricando delle casse al porto. Bene, quest’uomo molto elegante e dall’accento dell’Europa dell’est mi domanda se voglio guadagnarmi qualche soldo facile facile. Gli rispondo di sì.
- Usciamo - mi dice e mette qualche moneta sopra il tavolo. Io lo seguo. Fuori dal locale gli domando di che si tratta.
- Devi solo caricare delle casse su una carrozza una volta la settimana e buttarle in mare, tutto qua.
- In mare, dove esattamente? E cosa c’è nelle casse?
- Ti farò vedere il posto solo se accetti il lavoro. E non devi mai vedere cosa c’è nelle casse e non fare mai più domande e ti garantisco che in breve tempo diventerai ricco. Allora cosa decidi?
- Va bene, accetto. - Ogni settimana di notte caricavo delle casse pesantissime su una carrozza e le andavo a buttare in mare nel posto esatto che mi aveva indicato quell’uomo. In poco più di un anno diventai ricco, lasciai quel lavoro e viaggiai molto. - E questo è tutto figliolo, come vedi è semplice diventare ricchi. - Eravamo arrivati davanti alla mia abitazione.
- Sentite zio, ma non vi è mai venuta la curiosità di vedere cosa c’era in quelle casse.
- Sì, tante volte, ma non erano affari miei e poi quell’uomo sicuramente mi avrebbe ammazzato se lo avessi fatto. Bene figliolo sei arrivato, buona notte e salutami tuo padre. - Andai a casa e la prima cosa che feci fu quella di cercare mio padre e raccontargli lo strano incontro che avevo fatto. Quando lo vidi e gli narrai la storia mi disse: - Così hai conosciuto quel pazzo di mio fratello, chissà da quanto tempo è uscito dal manicomio, saranno vent’anni che è stato rinchiuso.
- A me non sembrava pazzo.
- Figliolo dammi retta è pazzo. Sì, ha viaggiato tanto ed è tornato con molti soldi, ma qualcosa gli è capitato nei suoi viaggi che gli ha fatto perdere il senno. A te ha detto che non ha guardato nelle casse invece a me disse che ci aveva guardato e lo sai cosa vi aveva trovato?
- No padre cosa?
- Delle donne, prostitute a quanto diceva con la gola tagliata. E d’allora ha perso la ragione, quando è tornato dai suoi viaggi era in uno stato da far paura diceva che un uomo lo stava cercando per ucciderlo e dopo averci raccontato questa storia a me e a tua nonna abbiamo deciso, dopo averci consultato con molti medici, che era pazzo e bisognava rinchiuderlo in manicomio. - Dopo quella sera non pensai più a mio zio e al suo strano racconto, ma una settimana dopo lessi su un giornale che era stato ritrovato in mare un uomo con la gola tagliata. Ero sicuro che si trattasse di mio zio e quell’uomo di cui mi aveva raccontato lo avesse alla fine trovato. Quando lo dissi a mio padre non proferì parola, ma mi guardò come se volesse dirmi: “allora era tutto vero”.

Rosario Zingone