L'ultimo desiderio

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2007 - edizione 6

Non avevo mai fatto del male ad una mosca in vita mia.
Poi, ieri pomeriggio, quel bambino cha avanzava lentamente verso di me.
Mi fissava con occhi spenti, vuoti e senza apparente cattiveria, ma ho sentito il sangue ghiacciarsi nelle vene, perché ho capito quale unico ed inesauribile desiderio era rimasto in quel corpicino.
Aveva fame, fame della mia carne, del mio sangue, fame di me.
Nonostante il terrore mi avesse paralizzato, continuavo a pensare come poteva essere stato fino a qualche giorno prima, un tenero bimbo di 6 o 7 anni.
Questo pensiero mi ha istintivamente portato a tendere una mano verso la sua faccia, come per accarezzarlo e donargli scampoli di amore ormai perso per sempre.
Evidentemente deve aver gradito il mio gesto, visto che con un unico morso ha mangiato quasi metà della mia mano, tranciandomi di netto due dita.
La vista del mio sangue che schizzava sulla sua faccia ed il dolore tremendo mi hanno velocemente ridestato dalla mia momentanea trance e ho reagito violentemente, come mai mi era capitato in tutta la mia vita.
Ho scaraventato il bambino a terra e ho ripetutamente sparato sulla sua faccia con la pistola che mi porto dietro ormai da giorni.

Continuava a dimenarsi, mentre il suo viso veniva fatto a brandelli e solo quando ha smesso di muoversi ho incominciato a piangere disperatamente.
Sono passate quasi 24 ore e sento che mi sto trasformando, ormai sono infetto e diventerò come loro.
Non voglio che accada, ho uno specchio con me e prima di diventare uno zombi mi ucciderò con un colpo alla testa.
Vedo i miei occhi iniettarsi di sangue, la faccia sembra tumefarsi, e puzzo già come un cadavere.
Sto per premere il grilletto, ma all’improvviso sento un ultimo ed inesauribile desiderio in me.
Ho fame.

Gennaro Cavaliere