Domani mattina

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2007 - edizione 6

Il dolore è iniziato sei giorni fa. L’agonia soltanto qualche ora dopo.
I suoi denti sono stati studiati.
Segati.
Trapanati.
Studiati nuovamente.
Ma la sofferenza è rimasta, con il suo esercito di martellii e pulsazioni. La bocca gli sconquassa il cervello con frustate cancerogene, che gli impediscono di mangiare. Di respirare. Di essere.
Chissà se ricorda di avere una moglie. E una figlia.
Adriano si lava i denti per la quarta volta, questa sera. Poi, sdraiato sul letto, decide che non ce la fa più.

Anche a Susanna il mal di denti è iniziato sei giorni fa. Ma lei, brava donna, brava moglie, brava madre, soffoca l’urlo che le nasce in gola. Ha scelto il silenzio, con coraggio. Con stupidità. Sa che le fitte saranno passeggere.
Come i pugni.
I calci.
Le minacce.
Di Adriano.
Si lava i denti, cercando sollievo. Poi arruffa i capelli di Simonetta. E si sdraia sul letto, accanto al marito. Sperando.

 

Simonetta è immobile. In un cerchio di sangue che cola dal letto dei suoi genitori. Dalla bocca di papà. Dalla bocca di mamma. I loro denti, le loro gengive, il loro amore e un coltellino sono ammucchiati tra le lenzuola.
Si muove solo quando sente i passi. Gli scricchiolii. Dall’improvviso miasma insopportabile, si erge una figura. Forse uomo. Forse cosa.
«Denti», sussurra Simonetta. «Sei davvero fatta di denti».
Incisivi, canini, molari. E radici maligne. Carie putrescenti. Gengive sanguinanti. L’essere si china sul letto, lunghe zanne opache formano dita e unghie. Afferra ciò che è suo.
«Ho messo nel dentifricio la polvere che mi hai dato», dice Simonetta, decisa. Quasi strilla. «Mi avevi promesso i soldi».
La creatura la guarda, curiosa. I denti da latte la stavano uccidendo, necessitava nuovo vigore. Energia. Forza. Subito. «Li troverai sotto il cuscino», sussurra. «Domani mattina».

Simone Corà