Non aver paura

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2007 - edizione 6

Dopo tutti quei film apocalittici sui morti che tornano dalla vita, alla fine è successo. Ma al contrario di quanto si vede al cinema, la razza umana è ancora la specie predominante; nessuna città distrutta, nessuna strada invasa da creature apatiche e scoordinate. Molto è cambiato; è stata abolita ogni forma di cerimonia funebre e pochi se ne sono risentiti. Non è mancato chi ne ha approfittato per trasformare tutto in un business; aziende che rinchiudono gli zombie in riserve naturali dove è possibile cacciarli come si faceva con cinghiali, volpi e fagiani. I morti provengono dagli ospedali; i parenti firmano una liberatoria in cambio di un compenso; l’alternativa è la cremazione. E se da una parte lo stato regola il traffico di cadaveri attraverso leggi che tutelano vecchi e malati, dall’altra il mercato nero paga anche ventimila dollari per uno zombie in buono stato. Per buono stato si intende “morto per cause naturali da poco tempo”. La mia è una famiglia modesta, ho un modesto lavoro, un modesto stipendio. Mio figlio è affetto da una rara malattia enzimatica nella sua forma più grave, che porta alla morte, a meno che non si effettui un intervento a pagamento.

Suonano alla porta, sono arrivati. Ho trovato su internet un cocktail a base di farmaci che provoca la morte senza procurare danni al corpo. Tra poco sfonderanno la porta. Con loro c’è mio fratello, che come ho lasciato scritto prenderà in consegna i diciottomila dollari che mi hanno promesso, con i quali mia moglie potrà pagare l’operazione per nostro figlio. Faranno passare tutto legalmente. A me non rimane che aspettare che questo dolore all’addome e al torace scompaia e allora sarà tutto finito. Vedo il volto di mio fratello, sembra spaventato - Non aver paura... sto solo morendo!

Andrea Calvario