Preoccupazioni di una buona madre

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2007 - edizione 6

Notte d’estate, gran caldo. Le finestre, aperte per far entrare un po’ di frescura, si rivelano ottime vie d’accesso per i malintenzionati.
-Se fai la brava, ti lascio vivere- le dice l’uomo, mentre le tiene il coltello alla gola.
La donna lo lascia fare, immobile.
-Mamma chi è quel signore? Ti sta facendo male?
La bambina, mille orsacchiotti rosa sul pigiama e uno marrone stretto al petto, a tre anni non può capire. Ha però visto insieme alla mamma uno sconosciuto e ha bisogno di spiegazioni.
-Vai, sbarazzatene in fretta o faccio fuori entrambe- sussurra irritato l’uomo, permettendo alla donna di alzarsi.
-Tesoro, va tutto bene, la mamma sta solo giocando con il signore- mente la madre, abbracciando la figlia.

-Voglio giocare anche io- piagnucola la piccolina.
-Fai pure- la invita la madre, lanciandola sul letto.
La bimba atterra sull’uomo e gli infila a forza l’orsacchiotto in gola per non farlo gridare. Lo fa a pezzi a morsi, mentre con i tentacoli che gli sono comparsi dalla schiena gli impedisce di muoversi. In pochi minuti il sangue ricopre lenzuola, mura e comodini. L’uomo passa in pochi istanti dal piacere alla morte senza nemmeno poter urlare di dolore. O di orrore.
-Mamma, scusami, ho sporcato tutto di nuovo.
-Non preoccuparti, ci penso io.
La bambina, finalmente a pancia piena, va a letto. La donna resta in piedi a pulire. D’estate per fortuna il cibo le arriva a domicilio, da solo e di sua scelta; con il freddo però sarà costretta a chiudere la finestra e andare a caccia. Dovrà anche prendere una baby sitter. Mettendo in una busta le ossa spolpate, pensa a quanto sia difficile essere una ragazza madre. Certo, dopo il parto mangiare i compagni è necessario per nutrirsi, ma alla lunga si rivela una faticosa seccatura.

Biancamaria Massaro