Non è stato difficile

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2007 - edizione 6

Non è stato difficile. Ho forato col pensiero la barriera che mi divideva dalla terra, ho convogliato gli atomi dispersi della mia materia in un punto preciso e ora sono qui. È uno strano mondo questo. Popolato da esseri goffi e limitati all’interno di un corpo. Si distinguono in uomini e donne. Io sono in una donna. Ho un corpo di donna adesso. È strano toccarsi, vedersi, sentire il proprio respiro e il rumore dei passi mentre si cammina. E la voce. Questi esseri sono così primitivi da usare dei suoni per comunicare.
Cammino sola, nell’oscurità che chiamano notte. A un tratto accanto a me si accosta un uomo. Sta parlando. Faccio passare i pensieri attraverso la voce e gli rispondo. L’uomo vuole portarmi con sé. È nervoso e lo capisco. Ho studiato le loro usanze. È nella natura degli uomini comportarsi così. Sono attratti dalle donne e prima o poi finiscono nelle loro braccia. E io sono una donna adesso.

Mi porta in un luogo limitato da pareti. In una stanza c’è un letto. È qui che il rito si compie. L’incontro dei corpi.
Questo desidera un uomo: unirsi a una donna, appagare il desiderio che lo spinge verso di lei. Penetra il mio corpo con un’appendice e freme. Così sulla terra vanno le cose. Non mi resta altro da fare che rispettare la natura di questo pianeta. E fare tutto ciò che si fa in questi casi.
Affondo i denti nella sua nuca. Le vertebre del collo si spezzano all’istante. Un liquido caldo sgorga a fiotti. La testa si stacca dal corpo e rotola giù.
A questo spinge uomini e donne la natura. Così si compie il destino di un uomo su questo pianeta. Così sulla terra vanno le cose. Imparare le loro usanze non è stato difficile.

Karim Mangino