La maledizione dei leoni piangenti

Nuova razzia al castello
LA NAZIONE cronaca Firenze, 17 agosto 2005

 

Il castello di Sammezzano, ad una trentina di chilometri da Firenze, fu costruito nel 1605 dagli Ximenes d'Aragona e passò in eredità a Ferdinando Panciatichi che lo riprogettò tra il 1853 e il 1889. Alla morte del proprietario passò di mano in mano, alla fine degli anni '90, dopo molte aste fu venduto per 24 milioni ad una società inglese che voleva trasformarlo in un prestigioso albergo di lusso, ma infine lo lasciò in stato di abbandono. Il parco che circonda il castello è uno dei più vasti della Toscana. Su questo terreno sottratto alla coltura agricola, nella metà dell’800 Ferdinando Panciatichi mise a dimora una quantità di piante di diversi generi esotici e rari, tra i quali una cinquantina d’esemplari di sequoie.
Il castello é una costruzione eclettica in stile moresco con sale dai nomi fantastici; Sala degli Specchi, Bianca, dei Pavoni, dei Gigli, delle Stalattiti e tante altre. In questi spazi ampi e concatenati, gremiti di nicchie, d’angoli nascosti, d’aperture, di affacciamenti in quota, di percorsi quasi labirintici, esplodeva la fantasia di un inesauribile campionario di capitelli, colonne, peducci, archi, portali, volte a ventaglio, cupole, pennacchi grondanti, ricami policromi rivestiti con arabescate in gesso. Gli interni che lentamente periscono lasciano senza fiato nonostante siano privi d’arredi. Approfittando dell’abbandono e del degrado di Sammezzano gli sciacalli lo hanno saccheggiato di continuo arraffando quanto ancora è rimasto da portare via. Così, dopo i mobili, i rosoni, i lampadari e altri suppellettili che potevano avere un certo valore d’antiquariato, ora i ladri si sono interessati alle statue di terracotta che erano schierate all’ingresso del castello. Prima i cani di pietra, poi le sfingi realizzate nelle fornaci di Leccio, e adesso è toccato ad uno dei due leoni costruiti nel 1887, a passare di mano.

Ma questa volta i ladri oltre al reato penale ne hanno commesso un altro, forse più grave: perché su quei due leoni grava un'antica maledizione che predice a chi li viola un'analoga morte a quella subita dal padrone del castello, il marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d'Aragona, deceduto nel 1897 per una paralisi progressiva. I due leoni piangenti, così chiamati perché aspettavano il ritorno del padrone, furono messi a guardia della cripta che doveva ospitare le spoglie del nobile Panciatichi. Molti medici intervennero al suo capezzale, fra questi anche una fattucchiera la quale, appunto, predisse che chi avesse profanato le statue sarebbe morto della stessa malattia. Questa pertanto, è la prima volta che si può sperimentare se la maledizione è ancora valida, e soltanto chi ha sradicato il leone piangente potrà testimoniarlo. Tuttavia è bene che il ladro sappia cosa grava su chi profana quella statua, che magari è già in qualche negozio d’antiquario della Penisola. Dove del resto potrebbero essere finiti gli arredi contenuti nelle sfarzose sale del Castello di Sammezzano, visto che l'assenza dei controlli trasforma il lavoro dei ladri in una vera pacchia.

 

La verità, ritrovati i ladri di Sammezzano
LA NAZIONE cronaca Firenze, 14 febbraio 2006

 

L’antica maledizione che grava sui leoni piangenti di Sammezzano non è una bufala. Che sia un caso o no, i due ladri ricoverati in un ospedale della regione, in fin di vita si sono costituiti ed hanno confessato; “Siamo stati noi a sradicare il leone piangente all’ingresso del castello!” hanno riferito alla stampa.
La loro malattia, una grave forma di paralisi progressiva li ha sorpresi dopo poche settimane dal furto, quando la statua era gia stata venduta ad un negoziante d’antiquariato in Umbria. Resta ancora sconosciuta la bottega. La polizia indaga. Una cosa è certa, i due sciacalli pagheranno con la propria vita il reato commesso.

 

Colpisce ancora la maledizione del leone piangente rubato a Sammezzano nel 2005.
LA NAZIONE cronaca Firenze, 6 marzo 2006

 

Dopo il decesso dei due ladri che hanno profanato la statua del leone piangente, è toccato al negoziante di una bottega d’antiquariato in Umbria nei pressi d‘Assisi. Colpito da una grave forma di paralisi progressiva, ha lasciato moglie e figli ieri sera. Per la prima volta nella storia d’Italia si conferma una maledizione vera e propria. Il marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona, grazie ai suoi leoni è riuscito a salvare il destino del suo castello. Infatti, il comune sta provvedendo al restauro e al salvataggio di questo meraviglioso monumento. Turisti e curiosi provengono a migliaia da mezz’Europa per visitare Sammmezzano e il suo parco.

 

La persecuzione dei leoni
LA NAZIONE cronaca Firenze, 4 gennaio 2007

 

Dopo approfondite indagini, la polizia della regione ha scoperto un altro passo del leone. Una ricca collezionista d’opere d’arte lo ha acquistato in una bottega d’antiquariato ad Assisi. Dopo la sua morte, causata dalla maledizione del leone, una paralisi progressiva, la villa in Lombardia della donna è stata sequestrata e perquisita. Il leone non è stato trovato. Le ricerche della statua continuano in tutta la Penisola. Negli ultimi mesi sono già stati sequestrati più di duecento esemplari di leoni in terracotta simili a quello rubato, ma nessuna di questi è l’autentico. Chi ne è in possesso ora, ricordi che ha i giorni contati ed è quindi pregato di restituirlo a Sammezzano; questo sarà l’unico sistema per fermare questa catena di morte che potrebbe troncare ancora molte vite.
Sei in possesso del leone piangente?
Ricordati, meno di sei mesi e morirai... non è una minaccia, è una maledizione!

Jonathan Della Giacoma