L'eclissi

Luglio 1966.
Avevo sette anni.
Mancavano pochissimi minuti all’eclisse totale di sole.
Era la prima volta che assistevo a quel fenomeno eccezionale ed unico nel suo genere.
Non saprei dire quale fosse il mio reale stato d’animo, era un misto di sentimenti che andavano dalla curiosità all’emozione e anche ad una leggera preoccupazione, ero con mamma e papà nel bel mezzo di un prato pianeggiante poco distante da casa.
In quel grande prato verde eravamo solo noi tre.
Mio papà aveva preso delle maschere con delle lenti protettive e ne aveva data una a ciascuno.
Erano da poco passate le 14.30 quando la luna iniziò ad invadere il sole, sembrava stesse tramontando, era bellissimo.
In pochi minuti la luna oscurò totalmente il sole.
Si vedeva un’ombra nera al centro del sole e potevo notare la corona solare che esplodeva ai bordi della stessa, era qualcosa di stupefacente.
Ricordo ancora che la temperatura si abbassò sensibilmente e udii il canto dei grilli e degli animali notturni.
Dalla curiosità distolsi gli occhi dal sole oscurato per guardarmi attorno, per vedere come era l’ambiente intorno a noi.
Fu allora che li vidi!
Oltre a noi, c’erano altre persone nel prato.
Scostai la maschera dal volto e quelle persone scomparvero. Appena la indossai tornarono a manifestarsi.
Queste altre persone guardavano verso di noi e non verso il fenomeno che si stava manifestando.
Erano in tanti, donne, uomini e bambini. Ad un tratto iniziarono ad avanzare nella nostra direzione.

Avevo paura, quel gruppo di gente mi fissava e si muovevano insieme verso di noi volando a mezzo metro da terra, sembravano... anzi... erano dei fantasmi!
Mi feci addosso a mamma e papà e gli dissi cosa stavo vedendo.
I miei genitori non mi diedero nemmeno retta, ed immobili restarono a fissare l’eclissi in corso, rimproverandomi di averli distratti e che tutto era frutto della mia immaginazione.
Intanto quei fantasmi si erano fatti sempre più vicini, erano ormai a pochi metri.
Potevo distinguerli meglio nei loro dettagli, erano spettri di colore azzurrognolo, fluttuavano a mezz’aria come nuvole di fumo e si lamentavano sommessamente.
Uno di loro protese le braccia verso di me, mi fissava, nonostante avesse due chiazze nere come la pece al posto degli occhi, avevo la certezza che mi stesse guardando.
Era impressionante.
Urlai di terrore ed iniziai a piangere.
Mi strinsi alla gamba di papà mentre quel fantasma mi afferrò per un polso stringendomi fortemente e provocandomi un dolore stranissimo, come se mi stesse congelando il braccio.
L’eclissi giunse al termine e la luce tornò gradualmente a splendere.
Papà mi abbracciò e la mamma mi fece notare che tutto intorno a noi era come prima e, non c’era nulla di cui preoccuparsi.
Ma io li avevo visti. Ne ero sicuro, non era semplice fantasia.
Cercarono di consolarmi dicendomi che si era solo trattato di suggestione.
Riuscirono a calmarmi con le coccole e le loro parole affettuose, le mie lacrime cessarono di scendere così come il mio pianto lentamente si spense.
Sorrisi ai miei genitori, ma nella mia mente regnava il ricordo e l’orrore di ciò che avevo appena visto.

 

Settembre 2009.
Sono passati più di quaranta anni da quel giorno.
Mi trovo in Russia per lavoro e domani, alle 14.37 è prevista un’eclissi di sole.
L’eclissi sarà totale solo nella fascia longitudinale nella quale mi trovo io.
Domani mi barricherò nel mio appartamento e non uscirò per nessun motivo, nè tanto meno aprirò gli occhi per guardarmi intorno.
Non voglio più vedere quelle orribili creature.
Ho sentito parecchie persone chiedersi che fine fanno le anime dei morti.
Io lo so!
C’è chi dice di sentire i loro lamenti, chi dice di aver assistito a fenomeni poltergeist.
IO LI HO VISTI!
So che sono sempre intorno a noi e solo in determinate circostanze si manifestano in tutto il loro orrore.
Non ho mai raccontato a nessuno ciò che accadde molti anni fa, tengo questo macabro ricordo vivo nella mia mente.
Avrei voluto liberarmi da questo tormento parlandone a qualcuno, ma ho timore che mi avrebbero preso per matto.
Ma io so di non essere pazzo... ogni volta che riosservo il mio braccio destro, vedo i segni che mi hanno lasciato!

Emanuele Mattana