Un gran brutto Natale

Alessandro, studente universitario, ha trovato questo scritto contenuto internamente in un diario lasciato su una scrivania nella biblioteca comunale di Torino il 24 dicembre 2006.
Al termine della lettura ha cestinato il diario.

 

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(23/11/06)
Giovedì
Se mai qualcuno dovesse leggere quanto scritto su queste pagine di diario, deve sapere che le tenebre mi stanno avvolgendo. Tutto è buio intorno e dentro me.
Sento che sto cambiando, nella forma, nelle abitudini.
Nel profondo mi sento ancora umano, ma so di non esserlo più. O che lo sarò ancora per poco.
È stato uno di loro a provocarmi quello che sta succedendo, a trasformarmi in quello che credo sto per diventare

 

(28/11/06)
Martedì
Mi chiamo Simone, o forse è meglio che dica: mi chiamavo Simone! Non saprei.
Vivevo a Cuneo, avevo tanti amici, una famiglia, la fidanzata... ora ho solo...

 

(il testo impedisce una facile lettura, sembra siano stati tracciati dei caratteri illeggibili o privi di senso)

 

(03/12/06)
Domenica
Non ho nemmeno idea del posto in cui mi trovo adesso, è un luogo sconosciuto per me, quando esco la notte, non ho modo di curiosare in giro, l’oscurità mi impedisce di distanziarmi molto dal mio covo. Colpa del buio. Quando sono sveglio è sempre buio!
Sono stufo di questo. Nella mia vita ora c’è solo la notte.
Ho provato qualche volta ad uscire di giorno, ma non sopporto la luce del sole. Per me equivarrebbe a morire, là fuori mi odiano, ed io so che resisterei poco.

 

(11/12/06)
Lunedì
Sono ormai giorni che mi sto nutrendo di sangue, di marciume. Il cibo, fortunatamente non scarseggia mai, finché loro, i vivi ci saranno, non morirò mai di fame.

(14/12/06)
Giovedì
Odio questa mia “vita”, ma devo pur sopravvivere, voglio dimostrare a tutti gli altri che io non sono come loro, so procurarmi cibo da solo, so cacciare da solo.
Devo ormai accettare quello che sto diventando.
Ogni giorno in mio corpo muta sempre di più.
A malapena riesco a stringere la stilografica e scrivere su questo diario, ma finché riuscirò sarà il mio obiettivo descrivere quello che sto diventando.

 

(17/12/06)
Domenica
Tutti gli altri del branco non sono per niente come me.
Sono più piccoli, più deboli.
Alcuni di loro però si arrischiano ad uscire di giorno... in pochi fanno ritorno.

 

(20/12/06)
Mercoledì
Accade ancora di frequente che gli umani ci attaccano per ucciderci.
Il nostro vantaggio è che nel mio mondo la notte prevale.
Non so come facciano, ma alcuni di loro ci annientano con le loro armi metalliche e le loro sostanze che per noi sono velenose.

 

(22/12/06)
Venerdì
Mi sto illudendo lo so, ma ora per quello che sono diventato, intendo essere il maestro, il supremo.
Voglio essere il principe delle tenebre.
È ora di smettere di bere sangue, di mangiare schifezze, devo evolvermi e “vivere” dignitosamente.

 

(23/12/06)
Sabato
Le mie mani non potranno impugnare ancora per molto questa dannata stilografica. Sarò breve.
In molti ora del mio branco mi vedono come il capo. Il capo branco.

 

(24/12/06)
Domenica
Sono stato morso ormai da circa un mese, è stato così rapido... la mia stupida curiosità.
Non so come sia accaduto, sono stato curato, ma non è servito a niente.
Credo non riuscirò mai più a scrivere su questo schifoso diario, ormai ne ho la certezza, farò solo una cosa... lo lascerò così com’è in biblioteca nel centro di questa città.
Riporto solo un ultimo messaggio, per voi umani, per chiunque lo leggerà mai:

 

“Sono diventato un topo di fogna... ed ho fame di carne umana e viva!
Salirò in superficie a prendervi tutti quanti... e farvi tanti auguri di un Brutto Natale”
Da domani si cambia.
Da domani si sale in superficie.

 

***

 

Dalla testata giornalistica di Torino del 25 dicembre 2006.

 

“Tutto è iniziato all’alba del giorno di Natale.
Torino si è svegliata nel terrore.
La città è in quarantena. Assediata dalle forze dell’ordine ed è stata circoscritta.
Torino è letteralmente sommersa da migliaia di topi di fogna.
Molti i feriti morsi da questi ratti dalle dimensioni gigantesche. Gli ospedali non riescono a contenerli tutti.
In poche ore ci sono stati oltre 250 morti e se ne prevedono altri.
Quella che oggi sarebbe stata per tutti quanti una giornata di festa e di giubilo, si è invece trasformata in una festa di sangue.
Davvero un “gran brutto Natale”.
Potrebbe sembrare una sciocchezza, o la trama ideale per un film horror, riportiamo dunque ora la testimonianza di uno studente universitario rimasto ferito ed in pessime condizioni nella Biblioteca Comunale di Torino.

Emanuele Mattana