The fan

Se solo lei potesse starmi ad ascoltare, le direi tutto, così, di getto. Le direi tutto quello che mi passa per la mente e tutto quello che mi è passato negli ultimi 3 anni, da quando l’ho vista per la prima volta.
Il film si intitolava “Trappola di vetro” e il suo ruolo era quello di una detective della Omicidi, stupenda, selvaggia e tremendamente sexy, con la fondina appena visibile sotto l’ascella, vicino alla curva morbida del seno...
Dio, non voglio neanche pensarci, rischierei di stare male per ore...
Me lo aveva consigliato un caro amico, quel film, dicendomi che il colpo di scena finale mi avrebbe inquietato e affascinato allo stesso tempo.
Ad essere sincero, della trama mi ricordo ben poco.
So solo che le settimane successive le ho passate alla ricerca di tutti i film nei quali lei compariva, anche i primi, quelli in cui la sua parte si limitava ad una semplice comparsata di mezzo minuto.
Lo so, è un comportamento maniacale, ma che posso farci? È stato più forte di me, come quando ti innamori e non capisci più niente... tutto quello che ti circonda appare come un insieme di macchie sfuocate e la sola immagine nitida che riesci a scorgere è quella del suo viso, luminoso e abbagliante, come un faro in un mare di nulla.
Tutto il resto diventa una semplice conseguenza: passi i giorni a chiederti come sarebbe la tua vita se solo potessi incontrarla, parlarle per qualche minuto, farle sapere chi sei e che cosa pensi di lei.
Ecco, se potesse sentirmi le direi un sacco di cose.
O forse no.
Non lo so, è difficile immaginare una situazione così fuori dall’ordinario.

Sicuramente le mostrerei la mia videoteca personale. Tutti i DVD che sono usciti (rigorosamente acquistati in duplice copia: una per esporla nel soggiorno assieme alle altre, come un trofeo, l’altra chiusa ancora nella copertina plastificata, da custodire gelosamente come un cimelio di inestimabile valore), le limited edition, i cofanetti da collezione e anche le videocassette... e non penso avrei problemi a parlare per ore di tutte le sue magnifiche interpretazioni, commentando ogni singola battuta, ogni suo movimento, sempre studiato e mai banale.
Diversamente, potrei avere qualche difficoltà a mostrarle la miriade di foto che ho salvato sul mio PC. Le ho scaricate da internet, a migliaia, e ogni sera, prima di addormentarmi, le faccio passare una ad una. Immagino che mi sentirei un po’ in impaccio se dovessi spiegarle questo mio strano vizio, questa mia mania che, mi rendo conto, mi fa apparire non del tutto normale. C’è da dire che si tratta di foto assolutamente innocue, non volgari come quelle delle tante troiette dietro alle quali sbava la stragrande maggioranza dei miei coetanei. Sono immagini che risaltano tutta la sua femminilità, sotto ogni singolo aspetto... in alcune è in posa da diva, vestita nel suo abito migliore - Armani o Versace, credo - con quel sorriso accecante capace di sciogliere le ossa, mentre altre sono state scattate a sua insaputa, probabilmente da qualche paparazzo, e il suo viso è comunque sempre bellissimo.
L’immagine che ho di lei è quella di un angelo sceso sulla terra con il compito di portare gioia e amore. Lo so, è una visione decisamente infantile, ma quando penso a lei, è come se il mio cervello fosse infetto da uno strano virus che non mi consente di ragionare come dovrei.
A volte mi sento decisamente stupido, ma non ne posso fare a meno.
Ah, se solo lei potesse vedermi, anche per poco. Non chiedo molto, mi pare.
Se mi guardasse dritto negli occhi, non so che reazione potrei avere. Molto probabilmente abbasserei lo sguardo, imbarazzato da quello splendore quasi divino. La mia pelle cambierebbe colore e le mie gambe diventerebbero gelatina...
Certo, mi rendo conto che è inutile sprecare tempo sognando un qualcosa che mai e poi mai accadrà.
In fin dei conti sono realista e so benissimo che le mie sono solo fantasticherie e, prima o poi, dovrò farmene una ragione.
Del resto, mia nonna mi diceva che con i “se” non si va da nessuna parte. Saggia donna.
Quindi io SO che lei non potrà né sentirmi né guardarmi.
Ne sono sicuro.
La teca di vetro nella quale è rinchiusa, qui, nella mia camera da letto, ha pareti spesse più di due centimetri, insonorizzate, e i suoi occhi, come cristalli incastonati, fissano il nulla ormai da una settimana.

Paolo Azzarello