Tratta Roma-Milano

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2006 - edizione 5

- È in arrivo sul binario 7 il treno proveniente da Roma.
- È in arrivo sul binario 7 il treno proveniente da Roma.
Un capodanno all’insegna del divertimento mi stava aspettando. Presi posto sul sedile e il treno riprese la sua corsa.
- Biglietti, biglietti...
Intuii che qualcosa avrebbe rovinato il viaggio: frugando nelle tasche in cerca del biglietto realizzai di non averlo obliterato!
- 250 euro di multa ‘sto giro non li voglio pagare - dissi a bassa voce.
Così mi diressi furtivamente nel bagno per sfuggire il controllo. Trascorsa una decina di minuti ritornai, rasserenato, al mio posto, ma ecco di nuovo l’incubo.
- Biglietti... il biglietto signore...
- Un attimo che controllo... ah che sbadato! L’ho lasciato nello scompartimento bagagli, vado subito a recuperarlo.
Alzandomi scorsi una macchia scura sulla cravatta che pareva sangue incrostato. Mi diressi in fretta verso l’altro vagone, ripensando alla losca figura del controllore: i capelli unti, un occhio apparentemente di vetro, un’espressione bovina e l’aria sudaticcia.

Come se non bastasse aveva una camminata claudicante e gli mancava un dito della mano.
Quando aprii la portiera dello scompartimento mi trovai di fronte a cumuli di bagagli senza padrone adagiati nella penombra. Non ebbi il tempo di capire che cosa fossero realmente perché alle mie spalle udii il rumore serrato di una mascella!
Mi voltai e vidi un essere mostruoso, rivestito di squame, con una lunga coda pinnata, i denti aguzzi e una viscida bava che gli colava dalla bocca.
Mi pervase una sensazione di gelo e poi vidi tutto svanire. Quando riaprii gli occhi tentai di alzarmi, ma non avevo più le gambe; cercai un appiglio, ma mi mancavano anche le braccia. Intorno era tutto buio. Anch’io ero diventato un bagaglio senza padrone, in questo gelido ultimo dell’anno.

Giovanni Bulfon

Mi chiamo Bulfon Giovanni, abito a Udine e sto recuperando il secondo e terzo anno di ragioneria presso un istituto privato.