Gli dei

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2006 - edizione 5

La fame ti si attorciglia dentro, come una serpe maligna, ti tormenta.
Ti sei appostato, tieni d’occhio l’uscita del locale. Questo è il prezzo per la tua immensa forza, una fame infinita.
Non sei una di quelle favolette cinematografiche come lupi mannari o vampiri. Tu sei qualcosa di nuovo. Sei ciò che le tue mani di scienziato hanno creato. Una visione di gloria e onnipotenza biomeccanica; che ha aperto le porte di un nuovo Valhalla.
Il nuovo dio di questa patetica epoca di plastica e silicio.

 

La vedi e la annusi da lontano, coi tuoi sensi assurdamente acuti. Esce dal locale barcollando sui tacchi, ubriaca. Come un leone che si prepara nella savana, inizi a seguirla, scivolando silenzioso di ombra in ombra.
Entra in un vicolo, la segui e la vedi frugare nella borsetta ondeggiando. Ti avvicini col respiro mozzato dal profumo della sua carne e dalla fame. Arrivi alle sue spalle come una profezia e snudi gli artigli, sollevi una mano per colpire, ma è un attimo!

Un movimento velocissimo. Qualcosa ti colpisce con tale violenza da farti volare due metri più in là. Scuoti la testa confuso e poi la vedi. La tua preda cammina verso di te sorridendo sarcastica e, benché ti sembri umana, percepisci la sua immensa forza. Si espande in onde invisibili, inconcepibili per te, piccolo uomo che con la scienza sfidi gli dei. Ti rialzi e sei pronto alla lotta, scatti in avanti cercando di colpirla. Finite a terra in un turbinio incomprensibile di arti.
Credevi di non aver rivali, ma lei è qualcosa di veramente terrificante. La senti afferrare un tuo braccio e spezzarlo, come se fosse un giocattolo. Ti affonda una mano nel torace e prende il tuo cuore, spegnendoti la vita.

 

Avresti dovuto saperlo: i veri dei non amano la concorrenza.

Aleister Fahrni