La sposa

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2006 - edizione 5

Sapeva quanto era eccitante passare la mano sulle spalle, la pancia, il seno di una donna; sentirne vibrare il corpo, immergerci le dita, gustarne il sapore sulla lingua, godere di quel caldo e bagnato paradiso...
Lo sapeva benissimo: di splendidi bordelli Milano ne era piena, ma sapeva altrettanto bene che nel 1904 la propria futura sposa andava rispettata, e che i giochi e le esplorazioni di quel giardino erano rimandati alle nozze.

 

Le chiedeva spesso perché avesse scelto quella data, ma lei si scherniva intimidita e si rifiutava di rispondere.
Lo saprai questa notte, gli sussurrò durante il ricevimento di nozze, ed il suo rossore gli esasperò l’eccitazione.

 

Sarà dolce, vero?
Molto dolce, amore, e splendido. Non avere paura.
Non ne avrò, disse lei togliendosi la vestaglia e mettendosi a letto.
Le campane della mezzanotte festeggiarono con lo sposo la fine di quella fedele, inappagante e struggente astinenza.

 

Le accarezzò le spalle, fece scivolare la mano dal ventre al seno, la baciò con dolcezza... e finalmente entrò.
Lei gemette, prima dallo spavento e dal dolore, poi affascinata da quella nuova sensazione, il piacere, che la rapì e le fece perdere ogni controllo.
Lui partecipava alla sua estasi senza smettere di baciarla dolcemente, di accarezzarle la pelle bianca e liscia.
Che sentì, poi, sotto le dita, diventare... rugosa.
Ruvida.
Pezzi lacerati e putrescenti gli rimasero attaccati alle mani ed un odore di decomposizione lo nauseò facendolo vomitare.
Le mani della ragazza gli si strinsero al collo soffocandolo; lo buttò di lato e lo cavalcò senza interrompere l’amplesso.

 

Perché oggi, mi chiedevi? urlò la ragazza.
Perché è oggi che sono morta.
Lo sposo riuscì a vedere per l’ultima volta il viso della fanciulla, sfigurato dall’orrore e dal marciume; poi, nell’orgasmo, morì.

 

Sentì che una nuova, splendida non-vita le sarebbe fiorita in grembo.

Matteo Lepori