Zucca vuota

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2006 - edizione 5

Adesso era solo una zucca vuota, con un ghigno maligno e una candela all’interno che spandeva nella notte una lugubre luce. Ma non era stata sempre così. All’inizio era solo un piccolo seme, una scintilla di vita pronta a prendere vigore; poi, cullato dalla nera terra, era diventato una pianta e dalla pianta era nata una grossa zucca arancione.
Sotto la pioggia ed il sole aveva immaginato che sarebbe marcita lì dove era nata e i suoi semi sarebbero cresciuti forti e avrebbero continuato il cerchio della vita: è nell’ordine delle cose e niente avrebbe potuto interromperlo.
Invece una mattina venne caricata su di un camioncino e trasportata in città, dove finì a fare bella mostra di sè sul bancone di un negozio.
Poi venne venduta ad un uomo che se la portò a casa.
Con orrore sentì la fredda lama di un coltello che tagliava la sua scorza coriacea e asportava grossi pezzi della sua polpa e con terribile sgomento vide che i suoi preziosi semi finivano nel forno della cucina per essere tostati e poi mangiati: il cerchio della vita era stato spezzato e la sua discendenza era finita.

A questo pensava nel buio quando vide avvicinarsi il figlio piccolo del suo aguzzino: stava tornando a casa, soddisfatto della raccolta di dolci, e volle soffermarsi a guardare quel capolavoro.
Per scherzo le infilò una mano nella bocca ghignante e la zucca sentì che quello era il momento della sua vendetta. Con grandissimo sforzo la bocca si chiuse di scatto sull’avambraccio del piccolo e iniziò a inghiottirlo. Il bambino iniziò a urlare, ma in pochi attimi era scomparso all’interno della zucca, poi dalle aperture si alzarono alcune lingue di fuoco, che in breve la avvolsero completamente.
Alla fine rimase solo un mucchio di cenere, che venne disperso dal vento.

Marcello Zorzetto