Mamma e papà non possono vederli

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2006 - edizione 5

Vivono sotto il mio letto. Li sento muoversi al buio. Sono tanti, aumentano ogni notte. Mamma e papà non possono vederli, dicono che non esistono, proprio come Babbo Natale e la Befana. Io però l’ho capito già da un pezzo che i regali me li comprano i miei, mica sono scemo! Su di loro però si sbagliano, o forse mentono di proposito: i grandi sono spesso vaghi, soprattutto su argomenti che conoscono poco, tipo come nascono i bambini. Hanno fame, sempre più fame. Per uscire aspettano solo che io mi distragga, che smetta di controllarli. Ogni tanto allungano una zampa pelosa o un lungo tentacolo. Li ritraggono in fretta non appena si accorgono che li sto guardando. Sono svelti a scomparire, ma di rado si allontanano, mai più di uno alla volta.
È allora che li afferro, stacco loro le chele e rimuovo il guscio, mettendo all’aria la parte molle, quella più saporita e succosa.

La mangio con avidità, poi passo alle due teste e succhio il cervello, nutriente, anche se un po’ troppo dolce per i miei gusti. Meglio i tentacoli: hanno un vago sapore di mare. Le zampe, una volta spellate, sono ottime, croccanti al punto giusto. Non butto via nulla: chele e guscio tritati sulla pasta al pomodoro sono infatti migliori del parmigiano. Sono squisiti, non posso negarlo. Purtroppo in pochi hanno il coraggio di provare a raggiungere la porta e filarsela via, perciò non riesco quasi mai a catturarli. Quando ci riesco, è una vera cuccagna.
Mamma e papà non possono vederli, per fortuna, così non devo dividerli con loro.

Biancamaria Massaro