Quella notte ti dormirà accanto

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2006 - edizione 5

Eccolo, riesci a vederlo? La sagoma giovane che si aggira quieta tra le altre figure, credendo di essere una di loro. Passeggia nell’affollata via del corso, schivando chi gli viene incontro deciso a colpirlo con una spallata, lo sguardo nel vuoto. Si fa strada agilmente. Giunge di fronte a una vetrina, ammira i vividi colori dei nuovi articoli. Decide di entrare. Si aggira tra gli espositori, tenta di fermare una commessa. Sono tutte troppo indaffarate. Quindi rinuncia, esce e continua il suo percorso, come se nulla fosse, come se tutto rientrasse nella normalità. Ritenterà. Non lo ha ancora capito. O semplicemente non si è ancora rassegnato all’idea. Non è più uno di noi, ma la morte che lo ha falciato via dal suo corpo è giunta prematura per pretendere che lui capisse.
Estratto dalle lamiere, raggiunse l’ospedale agonizzante. Poi il profondo navigare nel buio coma, alla fine del quale ci fu il risveglio. Sicuro di uscire coi suoi piedi dall’ospedale, ne uscì solo il suo spirito.

Il corpo era disteso, glaciale, nella camera ardente.
Da allora vive tra noi, assieme a noi, pur appartenendo ad un'altra dimensione. Dialoga con sua madre, che crede ancora scossa dall’incidente. Lei, in lacrime, si rivolge soltanto al suo ricordo. Di notte riposa nella sua stanza assieme a tutti i suoi oggetti che nessuno avrà mai il coraggio di toccare.
Ho conosciuto la sua storia dopo averlo visto per la prima volta grazie a questo apparecchio. Non posso comunicare con lui. L’ho mostrato a te perché non ho il coraggio di parlarne con nessun altro.
Ma tu, Alessia, dovevi saperlo. Perché esiste la possibilità che una sera, quando sarai sola in quel caffè, lui si avvicinerà. Crederà di fare la tua conoscenza. Vi alzerete assieme e lui ti seguirà. Quella notte ti dormirà accanto.

Emiliano Rossi