Il valore del potere

Attorno a me la folla annaspa, ammassata in una montagna dai rapidi movimenti, in molti badando accuratamente alla propria bancarella. Trafficano fra mille utensili, coperti d'impegno nel sistemare la mercanzia. Dialoghi sparsi nei discorsi mi circondano, rumori tipici di un mondo semplice. Voglio comprare ma la mia immagine è di fantasma agli occhi dei mercanti.
Sorridono i mercanti, non mi considerano come gli altri. Io non sono persona alla quale vendere, io non sono persona alla quale porgere i propri servigi.
E allora perché ho in tasca pesanti monete?
Rido soddisfatto. Impugno il mio oro. Posso avere tutto con un sol cenno.
-Voglio quel vaso. Mi piace, lo compro, prendi questi -
Il mercante allontana le mie monete dalla sua vista, disgustato. Sono stupefatto. Non vivono forse per l'oro queste formiche instancabili? Perché tanto affanno se poi, a chi gentile chiede, nulla viene dato?

-Vai a cercare il tuo giullare, ora noi nulla ti possiamo dare!-

 

Stupido vecchio, i tuoi problemi non sono i miei. Tutto si può comprare con l'oro, se è nelle mie tasche l'userò come mi conviene.
Una giovane ragazza sistema mantelli dalla stoffa leggera, che vola nell'aria in un ballo d'onde sinuose. Vale dieci monete d'oro? Ne vale forse cinquanta? Vediamo se anche lei farà la preziosa.
-Cento monete per quel manto, qui subito! Vendimelo per favore, lo desidero tanto-
Non un gesto disponibile nei miei confronti, solo sguardi disinteressati e scocciati.

 

- Corri ad incontrare il tuo giullare, ora nessuno attenzione ti può dedicare!-

 

Certo, si sono tutti messi d'accordo! Ho commesso qualche crimine e questa è la mia punizione. Boia massacratore, sei crudele a concedermi tanto oro e ordinare ai carnefici di non donarmi considerazione. Esisterà qualcuno che potrà cedere al luccichio del mio denaro, nella debolezza tutti prima o poi cadono. Se possiedo queste monete significa che le ho meritate, ed ora esigo di spendere la mia fatica! I mercanti non vogliono il denaro? Allora prenderò ciò che mi spetta con la forza.

 

Tutto si fa all'improvviso buio; sento i carri che mi sforano, carri colmi di vasi, mantelli, viveri, oggetti di ogni colore e forma, oggetti che desidero solo perché non possono essere miei. Non vedo niente, ma muovo disperatamente le mani nella speranza di poter afferrare qualcosa, qualsiasi cosa, e tenerla stretta a me. I carri sembrano fatti d'aria, sento la loro presenza attorno a me ma nulla si fa palpabile al mio tatto.
-Maledetti mercanti! Sono ricco! Sono qui per comprare! Voglio la vostra merce!-.

 

Vedo una luce, un lume acceso sulla schiena di un uomo, un giullare. Finalmente conosco colui che è sulla bocca di tutti questi ingrati. Adesso tu risponderai alle mie domande, voglio ciò che è mio. Provo rabbia, tanta rabbia verso coloro che non vogliono accettare il mio oro.
Scuoto il vecchio. Dimmi, dimmi cosa sta succedendo a questa gente!
Lui è diverso, il suo aspetto mi piace. Vestiti buffi, facce spiritose, un ghigno malefico, ma stranamente amico. Comincia a parlare una strana lingua, non capisco. Gesticola in modo affannoso gironzolandomi attorno in una maniera che mi irrita. Eppure non riesco a provare antipatia per quel pazzo.
Si ferma all'improvviso.
-Sì, son pazzo! Sono il pazzo che è in te e che vede oro ciò che oro per gli altri non è!-
Lo guardo e lui mi guarda. Mi conosce, lo so, perché quello è lo sguardo di qualcuno che di me sa tutto. Si avvicina piano ma con fare sicuro, mi fa paura ma non son capace di resistergli.
Mi offre qualcosa. Sono scarafaggi, vermi, larve, morti, secchi, neri nel loro marciume.
Inorridisco, cosa significa?
- Il tuo oro in cambio della mia mercanzia-.
Le mie monete, frutto di sofferenza e sudore... perché gliele sto dando senza esitare? Il ghigno malefico del giullare, da me subito amato, si trasforma in un sorriso sollevato, sereno, nel momento in cui la mia mano colma di monete si apre, lasciando rimbalzare a terra il freddo oro. Quel sorriso sereno... sento di amarlo molto più del ghigno, mi sento tranquillo e sicuro, sicuro di aver fatto la cosa gusta per la mia sopravvivenza.

 

Il buio scompare, attorno a me compaiono i mille carri, colmi di vasi, mantelli, viveri, oggetti di ogni colore e forma. La folla annaspa, in una montagna dai rapidi movimenti in cui finalmente posso sentirmi ballerino anche io. Non sono più un fantasma, i mercanti mi offrono la loro mercanzia in modo affannato ed insistente.
Vedo un mantello dalla stoffa leggera, che svolazza nell'aria in un movimento serpentino.
-Quanto vuole per quel mantello? Dieci vermi? Dieci scarafaggi?-
- Per questo basta un mezzo serpente-
Prendo la mia bisaccia e porgo alla ragazza il mezzo serpente morto, secco, nero.
Il mantello è bellissimo, lo indosso felice assaporando un ottimo profumo di spezie. Un mezzo serpente davvero speso bene!

Cristina Perin