La bella e la bestia

“Ricordi la prima volta che danzammo insieme?”
“Rammenti la notte in cui facesti svanire la mia bruttezza?”
“La notte in cui mi lasciasti con un bacio così gentile, solo un’essenza di bellezza dimenticata!”
Disse la bestia con la sua voce roca accomodandosi su di una poltrona in stile neoclassico davanti al camino.

 

In piedi, vicino alla grande finestra che s’affacciava su di un paesaggio invernale, una donna di una bellezza e di un fascino assoluto disse piangendo.
“Ah, caro amico, ricordo quella notte, la luna e i sogni che abbiamo condiviso”
“La tua zampa tremante nella mia mano di velluto, sognando quelle gelide terre che tu possiedi, dove l’inverno regna sovrano, toccandomi con il bacio di una bestia”
Le lacrime rigarono il pallido volto della donna, come fiumi nel deserto.
La donna cominciò ad apparecchiare la tavola.

 

“So che i miei sogni sono fatti di te, di te e solo per te, il tuo oceano mi trascina sotto, la tua voce mi fa a pezzi!”
“Amami prima che l’ultimo petalo cada!”
Supplicò la bestia mettendo sul fuoco del camino un gigantesco calderone.

Il grande tavolo era apparecchiato a festa con porcellane finemente decorate, l’argenteria e bicchieri in cristallo, la cena doveva essere indimenticabile e la tavola doveva essere perfetta per il triste destino della donna. I suoi occhi erano gonfi di pianto e la disperazione l’assaliva.
“Che mondo sarebbe se l’amore non scorresse in te?”
“Ma siccome il mio cuore è occupato, il tuo amore per me adesso deve sparire, perdonami, ho bisogno di più di quello che puoi offrirmi!”
“Risparmiami, ti supplico!”
Disse la donna colma di dolore.

 

L’acqua nel calderone bolliva già.
“Non leggesti la favola in cui la felicità arriva dopo aver baciato il rospo?”
“Non conosci questa favola, nella quale quello che ho sempre cercato mai avrò!”
“Perché, chi potrà mai imparare ad amare una bestia come me?”
“Sposami, e ti risparmierò, o preferisci essere la mia cena?”
Imprecò la bestia alzandosi con violenza dalla poltrona.

 

“Non posso amarti, nel mio cuore non c’è posto per te, preferisco essere la tua cena, la tavola è pronta!”
“Potrai assaggiare la mia bellezza, potrai mangiarti il mio cuore, ma tu rimarrai per sempre una bestia!”
Disse colma d’odio la bella.

 

“Mi costringi a farlo”
“Vieni con me, ho molta fame questa sera!”
“Non dimenticare che per quanto siano crudeli gli specchi del peccato, la bellezza si trova dentro!"
“Non scordarlo mai!”
Disse la bestia lucidando un’ascia.
Un urlo di morte riecheggiò in tutto il castello, e gli schizzi di sangue macchiarono la tappezzeria fiorata della sala da pranzo.
La bestia estrasse il cuore della bella e lo appoggiò su di un piatto d’argento, le parti più carnose del corpo vennero messe a cuocere nel calderone sul camino, mentre le ossa e i resti vennero date in pasto ai lupi.

Jonathan Della Giacoma