Qualcosa nel buio

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2005 - edizione 4

Aprì gli occhi, era buio. Sapeva di essere nel suo letto, sentiva il calore delle coperte e la pelle umida di sudore. Non riusciva a vedere niente e non poteva muoversi.
Qualcosa la tratteneva, una forza, mani che non poteva distinguere. Un corpo la sovrastava impedendole quasi di respirare. Sentì delle braccia che inchiodavano le sue. Cercò di gridare ma la sua gola era muta. Nella mente i flebili lamenti che non era in grado di emettere e un orrore soverchiante.
Cercò di scalciare, ma le gambe erano anch’esse bloccate da quella presenza o dal terrore.
Una lacrima le scavò un sentiero di fuoco sul viso e nella paura, la lotta divenne convulsa. Fosse stata col nemico o col suo stesso corpo.
Riuscì a muovere la testa, per un po’ solo inutili dinieghi scomposti, dalla gola finalmente le uscì un lamento. Le sue braccia si mossero, percepì distintamente sui polsi la forza di mani che si opponevano.

Sfiorò qualcosa nel buio. Con furia sollevò la testa e le sue labbra colpirono una massa ignota, schiuse la bocca e affondò i denti. Un ritrarsi sorpreso e dolorante della presenza.
Mosse le gambe, le sentiva deboli e pesantissime. Le parve di essere sul punto di liberarsi ma la forza tornò a opprimerla.
Nella mente l’immagine di un naso ferito, ma solo nella mente; non riusciva ancora a vedere nulla.
Una sensazione si faceva largo, confusa nei suoi pensieri, diceva che i suoi occhi erano chiusi. Un incubo.
Stava sognando, il respiro tornò a riempirle i polmoni, doveva solo svegliarsi. Aprì gli occhi.
Su di lei una figura demoniaca dal muso sanguinante la guardò con odio. Una mano deforme si staccò dal suo polso per coprirle la bocca.
Smise di dibattersi quando sentì gli artigli sul volto e le zanne nella gola.

Luisella Bacchiocchi