Un'ombra senza corpo

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2005 - edizione 4

Non posso dimenticare quanto successo il 17 marzo scorso. Stavamo passeggiando nel parco io e Jane. Quel giorno le avrei detto che mi ero innamorato di un'altra. Ma le volevo bene. Eravamo seduti, lei chiuse gli occhi in attesa di un bacio. Almeno era quello che credevo, perché dopo averla baciata mi accorsi che le sue pupille erano rosse. I suoi meravigliosi occhi azzurri stavano perdendo sangue. In poco tempo il suo dolce viso era diventato irriconoscibile. Era pallida. Era morta.
Da allora ho cominciato a frequentare il cimitero con regolarità. Sapevo che solo là l’avrei potuta incontrare di nuovo. Ci andavo sempre di pomeriggio e stavo da lei, ad ammirare la sua foto su quel blocco di marmo fino a sera.

Un giorno, assopito nei miei pensieri, non mi accorgo che il cancello è stato chiuso. Inutile gridare. Devo passare la notte là. Comincia a piovere. Vedo un’ombra. Viene verso di me. Grida che è tutta colpa mia. Ma io non capisco. Ho paura. Comincio a correre. Corro. Mi volto. È ancora dietro di me. Ha un coltello in mano. Inciampo. Cado e quella sagoma indefinita non perde tempo. Senza pietà mi squarcia il ventre e lacera una gamba. È Jane. Mi odia e vuole vendetta. Con la lama trafigge il mio occhio destro. Qualcuno o qualcosa poi mi stringe le caviglie tirandomi in basso. Perdo sangue e finisco sottoterra. Mi manca l’aria.
Ora sono solo lo spirito di quello che ero. Sono un corpo senza ombra, o meglio un’ombra senza corpo.

Irene Dall'Aglio

Mi chiamo Irene Dall'Aglio, sono nata il 12 agosto 1992. In passato ho partecipato a concorsi di poesia, tutt’ora ne scrivo e alcune sono state pubblicate. Mi piace leggere soprattutto thriller, gialli e romanzi rosa.