La morte nascosta

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2005 - edizione 4

Una sera dell’anno 1788 le strade di Londra erano coperte da una fitta nebbia che, piano piano, scivolava lungo i vialetti illuminati dalla debole luce delle lanterne.
Non c’era nessuno per le strette vie della città, si sentiva solamente l’abbaiare dei cani e le persone sedevano davanti al caminetto ignare di ciò che stava per accadere. Io riposavo, seduta su una vecchia poltrona, accanto alla finestra della mia camera, nel castello che da secoli regnava sulla sommità di una collina.
Ero perduta in piccoli pensieri quando, ad un tratto, udii un urlo agghiacciante provenire dal corridoio. Con il cuore che pulsava all’impazzata, presi una candela e mi avventurai nel castello. Il buio, piano piano, m’inghiottì. Scesi le scale e vidi due persone della servitù con il viso pallido e gli occhi sbarrati. Mi accompagnarono davanti ad una porta socchiusa, la aprii e vidi il corpo di un giovane in un lago di sangue. Capii subito che cos’era successo...

Le notti seguenti furono un susseguirsi inarrestabile di grida e sangue...
Rimasi sola, seduta sulla poltrona della mia camera. Stavo accarezzando il mio inseparabile gattino, ormai mio ultimo compagno, quando udii una voce fredda sussurrare qualcosa. Non feci in tempo ad alzarmi che una sensazione di vuoto pervase il mio corpo, seguita da un forte dolore. Un grido morì nella mia gola, mi accasciai, mentre i denti di quell’essere attraversavano la mia carne.
“Quello che vedi non è quello che pensi di vedere” mi disse.
La mia anima si spense e il mio corpo cadde a terra.
“E grazie per tutte quelle carezze”
Furono le ultime parole che udii...

Stefania Mineo

Mi chiamo Stefania Mineo, ho 17 anni, frequento il corso del liceo delle scienze sociali a Udine. Come sport pratico il calcio, è una delle tante mie passioni. Adoro i film horror, racchiudono in gran parte le paure dell’uomo.