Un suono sordo

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2005 - edizione 4

Un suono sordo. Qualcuno che sta bussando alla porta?
Sudore e palpitazioni. Stento a svegliarmi.
Ho la bocca secca.
Nelle orecchie un fischio continuo e il martellare del cuore.
Sento un po’ di freddo.
Un suono sordo. Qualcuno che sta bussando alla porta?
Tossisco.
Mi accarezzo i palmi delle mani. Sudati.
Ho il respiro affannoso.
Che cosa sarà? Cosa è stato?
C’è qualcuno che bussa?
Buio. Alzo una mano davanti a me. Non la vedo, la sento.
Un suono sordo. Qualcuno che sta bussando alla porta?
Non riesco ad aprire gli occhi del tutto.
Chiudo gli occhi, dolcemente li stringo.
Caldo.
Di nuovo un fischio. Cerco di muovermi.
Sono intorpidito.
Mi addormento.
Buio.
Di nuovo delle voci, più vicine.
C’è qualcuno che vuole entrare?
Andatevene sto dormendo.
L’ho solo pensato o l’ho detto?

Ho mal di testa. Ho il cuore che batte forte.
Profumo di garofano. Oh mi piacciono i garofani.
Sento le voci più distinte.
Mia madre mi saluta.
- Ciao.
Apro gli occhi a fatica, tutto è buio. L’acqua l’avevo appoggiata qui. Non c’è.
Mi alzo in piedi. Sono nudo.
Mia sorella mi saluta.
- Ciao.
Avevano le chiavi, certo se sono entrati.
- State andando via?
Muovo un passo. Tutto è buio e tiepido. Hanno acceso i termosifoni.
Mio fratello mi saluta.
- Ciao.
- Ehi mi sentite?
Dove ho messo i mei vestiti, non mi va che mi vedano nudo. Erano qui sulla sedia. Non ci sono.
Mio padre mi saluta.
Chissà dove sono i miei vestiti... Papà?
- Ciao.
- Ciao. Come stai?
- Io bene e tu?
- Bene.
- Allora sto ancora dormendo.
- No, non stai dormendo.
- Ma come è possibile. Tu...
- Io...
- Tu sei morto.
- Mi dispiace dovertelo dire, ma anche tu.

Diego Moriondo

27 anni, laureando in medicina e chirurgia, mi piace leggere, andare al cinema, a teatro, divertirmi con i miei amici.