L'urlo della strega

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2005 - edizione 4

Stasera questo bosco mi fa un po’ paura. Profuma di fronde giovani, ma è oscuro e misterioso.
Mi hanno raccontato una storia, su questi luoghi: tanti anni fa, una vecchia strega lanciò una maledizione contro alcuni soldati, rei di aver massacrato un’intera famiglia di qui. Si dice che i coscritti vaghino ancora, in mezzo agli alberi, come eterei fantasmi, e appaiano ai vivi ogni novilunio di agosto.
Un rapace notturno lancia un verso. Mi vengono i brividi. Meno male che non credo a certe favolette!
Al buio non è piacevole camminare, perciò penso all’incontro che mi attende. Carla sarà accanto alla sorgente e mi riscalderà col suo sorriso. A dire la verità, spero non solo con quello!
L’ho conosciuta pochi giorni fa, sulla riva del lago. A differenza degli altri paesani, non ha avuto remore a chiacchierare con un giovane straniero come me, mentre i miei amici sbevazzavano all’Osteria Vecchia. Ci siamo rivisti in paese diverse volte e, segretamente, l’ho convinta a incontrarci da soli, stasera.
Sono certo che rispetterà l’appuntamento.

Ecco la grossa pietra nera che mi ha indicato Carla: devo girare a destra e poi seguire sempre il sentiero.
Che succede? Sento un urlo agghiacciante! Improvviso, flagellante.
Mi fermo, mi copro le orecchie. Mi è impossibile sopportarlo.
La notte intorno a me sta schiarendo. Mi guardo intorno. Tenui sagome si mostrano nella boscaglia, trasparenti, rilucenti.
I miei compagni mi parlano, sono loro a circondarmi.
Ora è tutto chiaro.
Questo novilunio d’agosto, come ogni anno, cerco Carla e il nostro amore innocente, e quell’incontro che il massacro operato dai miei commilitoni incoscienti ha reso, da secoli, impossibile.
Eccolo di nuovo, l’urlo della strega, crudele e addolorato, che maledice la nostra genia.
E, di nuovo, ripiombo nell’oblio.

Simona Cremonini