Iene e Avvoltoi

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2005 - edizione 4

Forse sono state le radiazioni o i gas tossici, più probabilmente le due cose insieme. Prima le hanno uccise, poi hanno rianimato le loro vittime, infine le hanno condannate a una fame insaziabile e contro natura, fame di carne umana, dei vivi, di vita.
I Morti Erranti sono lenti, ma sono tanti e non dormono mai. Noi, i Sopravvissuti dell’Ultima Guerra, siamo rimasti in pochi, sempre più stanchi di camminare in una terra deserta, dove gli animali si sono estinti e crescono solo piante malate, velenose. Alcuni hanno provato a mangiarle: sono impazziti mentre la loro pelle cadeva a pezzi e il sangue si faceva denso e maleodorante. Almeno i loro cadaveri non si sono ridestati, hanno avuto la consolazione del Sonno Eterno. Siamo noi vivi a non trovare mai la pace, a doverci nascondere dai Morti Erranti mentre ci aggiriamo tra le rovine di vecchi supermercati in cerca di cibo in scatola non ancora avariato.

Da troppi anni però le bombe hanno smesso di cadere, perciò abbiamo perso perfino la speranza di trovare qualcosa che si possa mangiare. Eppure ci ostiniamo a vivere, continuiamo a nutrirci.
Come, con che cosa? Con l’unico alimento a disposizione nel deserto radioattivo: i Morti Erranti. Carne semiputrefatta, ma pur sempre carne, carne in abbondanza, inesauribile, da fare e pezzi e bollire. Ha un sapore orrendo, ma alla fine ci si abitua. Non tutti i sopravvissuti hanno accettato di saziarsi con i loro simili defunti e preferiscono uccidersi. Quando ciò accade, si fa una grande festa, perché c’è la possibilità di un pasto prelibato, più fresco.
Vivi e Morti Erranti: prede i primi e predatori i secondi negli incubi creati da scrittori e registi prima dell’Apocalisse, iene e avvoltoi allo stesso modo nel mondo reale di oggi.

Biancamaria Massaro