Hallo, Ween

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2005 - edizione 4

"Ma come fa, saranno sei ore ormai e non si è mai fermato!"
Joe Alvaro faceva il regista porno da quasi dieci anni, eppure non aveva mai visto nulla del genere.
Lo sceneggiatore scosse la testa.
"Se non altro posso cambiare il genere di trama... posso mettere le Olimpiadi" disse con una risata sommessa.
Lo stallone non sembrava voler neanche rallentare. Era un nero alto quasi due metri, muscoloso come un pugile e dotato come la leggenda urbana impone. Il particolare che lo distingueva erano gli occhi. Non erano azzurri, come ormai se ne vedevano spesso, ma rossi. Joe pensava fossero lenti a contatto, ma non ne era certo. Era troppo occupato a contare le donne che si susseguivano sotto e sopra di lui.
Era la notte di Halloween, e da quando era iniziata la festa - organizzata dalla casa di produzione per l'uscita del nuovo "Zomboob, le fighe di Satana" - era accaduto di tutto. Vampiri, streghe, il tema era quello classico, ma si entrava solo con i genitali in bella mostra, e più nudi possibile.
Quel tipo nero era entrato con in testa due corna da diavolo, e un drappo rosso intorno al paletto di frassino carnoso.
Ween tornava in vita una volta all'anno, ma sapeva divertirsi. Puzzava un po', ma nessuno ci faceva caso.
Essere uno zombie puo' essere piacevole, se hai il fisico giusto.

Alessandro Maiucchi