Fuoco

Racconto per il concorso "Premio Scheletri", 2010 - edizione 2

Dopo il tragico incidente automobilistico, Alex aveva sempre evitato quella maledetta strada polverosa nei pressi del cimitero. Disgraziatamente, nella notte degli spiriti, a causa di una deviazione imprevista, si era ritrovato a passare proprio per di là, in opprimente solitudine, mentre tutto, intorno, era inabissato nell’oscurità liquefatta dalla pioggia appena caduta.
Il giovane arrivò all’altezza del funesto precipizio. D’istinto guardò sulla destra: rabbrividì alla vista di orchidee appassite, che incoronavano luttuosamente un rugginoso crocefisso piantato tra le erbacce.
All’improvviso la corvette grigia rallentò, fino a fermarsi, misteriosamente. Alex non aveva frenato: non riuscendo a riavviare l’auto, fu assalito da angosciose memorie della tragica notte in cui, ubriaco al volante, aveva sbandato, a tutta velocità, in quel punto, e si era risvegliato laggiù, in fondo al burrone, illeso per miracolo, con accanto la sua fidanzata Valeria, morta sul colpo, con la faccia orrendamente sfregiata dai vetri del parabrezza, andato in frantumi mortali dalla sola parte del navigatore. Da più di un anno, ogni notte, quell’immagine raccapricciante di volto deturpato dimorava ossessivamente negli incubi di Alex.

Ad un tratto il giovane trasalì: un’ombra sfuggevole rasentò il finestrino del passeggero; poi qualcosa scricchiolò sul vetro.
“E’ tutta suggestione. Devo stare calmo.”
Così Alex ripeteva invano a se stesso, ormai in preda al terrore, col cellulare sfortunatamente scarico tra le mani.
Di colpo la musica heavy metal cessò: la radio si era spenta. Alex non fece in tempo a premere alcun tasto, che il piccolo tabellone luminoso si riaccese, lampeggiando uno strano intervallo di numeri: 6 6 2006.
Il giovane, spaventatissimo, riconobbe la data della morte di Valeria.
“Che diavolo sta succedendo?”
Pochi secondi e dalla radio partirono fruscianti interferenze. Da un istante all’altro, la voce della defunta Valeria rimbombò furiosamente spettrale dagli altoparlanti:
“Bastardo assassino! Muori!”
Alex, stordito e sconvolto dalle mostruose urla, provò inutilmente ad aprire la portiera incastrata. Riuscì a far ripartire l’automobile. Spinse al massimo sull’acceleratore per allontanarsi, di corsa, da quel luogo infestato. Nello specchietto retrovisore, in un agghiacciante attimo, incrociò lo sguardo terrificante del fantasma di Valeria. Si spolmonò in grida d’orrore estremo. L’automobile finì contro una quercia secolare sul ciglio della strada.

 

Agonia fulminante.

 

Lo spirito di Alex vacillava sospeso sull’abitacolo della corvette: non si rassegnava all’essersi separato dalla sua materia. L’automobile s’incendiò: enormi lingue di fuoco avvolsero il cadavere, carbonizzandolo orribilmente.
Il fantasma di Alex, in pura disperazione, captò una risata infernale. Gli apparve l’orripilante figura di Valeria, che proferì ancora parole assetate di vendetta senza tempo né fine:
“Lurido alcolizzato, che la tua anima sia dannata per tutta l’eternità!”

Antonietta Terzano