Notte, dopo notte, dopo notte

Claude e la notte sono proprio amici.
Non dorme più bene da anni ormai, dall'ottobre del '93, da quella maledetta notte, ed ora ha solo l'imbarazzo della scelta.
I libri.
Il computer.
La musica.
Stasera il computer.

 

Le amichevoli finestre si aprono sui ricordi, su tutta una vita che ormai in buona percentuale, e nella sua parte migliore, è già passata, inutile prendersi per il naso.
Doppio clic.
La mano da chirurgo comincia a ritoccare quell'immagine così cara, e la sua mente torna indietro, ad un'altra notte, ad un'autostrada e alle sue mille direzioni incognite.

 

E' il 31 ottobre, la notte di Halloween.
Lei è bellissima, come lui del resto, o almeno era così che si vedevano.
Si stavano recando ad una festa, ma prima "caro fermati che devo comprare le sigarette".
La stazione di servizio è di quelle grandi, quelle con un grande magazzino pieno di quelle cose incredibili che si trovano solo sull'autostrada, collane formate da caramelle immangiabili, enormi peluche che forse non troveranno mai un acquirente, ed amenità del genere.
Jeanette, questo era il suo nome, entra decisa dalle porte a molla, pronta a chiedere la direzione della ritirata, ma non dirà più niente a nessuno.

 

Oltre le porte c'è il vecchio Michel dietro alla cassa, ci sono corpi senza vita, monete e qualche banconota a terra, peluche sparsi dappertutto, ma nessun malvivente in giro, quelli se ne sono andati: ma non per il vecchio Michel. E ora neanche per Jeanette, il cui unico errore è stato quello di attraversare il varco sbagliato nel momento sbagliato.
Il vecchio fucile a pompa, dopo anni sotto il bancone, non sbaglia come nei film, e la vita finisce.
Quella di Jeanette.
Quella di Claude.
Quella del figlio che non avranno mai, ma che già sognavano.
Quella del vecchio Michel, che stramazza al suolo appena ha realizzato l'entità del suo errore.

 

All'interno della cornice, le due figure sono ormai perfette.
E' la ventisettesima volta.
Quella che all'inizio era una tragedia, per uno strano scherzo del destino, era diventata la maggior fortuna di Claude.
Quella sua fissazione, quel vedere in ogni donna Jeanette e in ogni bambino il loro, anche se non c'era mai stato, lo aveva portato a rifare la Vergine delle Rocce, la Gioconda, e altre decine di quadri famosi, tutti con i volti dei suoi cari; quella storia che aveva commosso la Francia, e l'abilità del suo manager, gli avevano permesso di vendere a prezzi incredibili quelle opere e di diventare ricco come non sarebbe diventato in dieci vite.

 

Eppure le immagini di quella notte lontana tornavano a perseguitarlo.
Notte, dopo notte, dopo notte.

Alessandro Maiucchi