1888

La bestia di metallo si aggira nell’East End, alla ricerca di corpi umani. Le sue fauci di kevlar stridono, nell’attesa di affondare nella carne e nel sangue.
White Chapel è maledetta!
Hanno barricato porte e finestre con assi di legno, ma niente può arrestare la sua furia omicida. In questa notte senza luna, il male striscia nei vicoli oscuri di una Londra dannata. La bestia ci osserva, pronta a scagliarsi sulla prossima vittima.
I circuiti neurali sono danneggiati. Scotland Yard brancola nel buio e i giornalisti versano fiumi di futili parole. Ma nessuno di loro può concepire il male che ho creato!
La bestia si nutre delle viscere di uomini, donne e bambini. Le urla delle vittime si mescolano al sibilo di un gas ribollente che fuoriesce da rugginosi orifizi. Il sangue è di vitale importanza; la bestia ne ha bisogno. I circuiti positronici necessitano di plasma umano, affinché l’impianto nutritivo sia costantemente alimentato.

Io l’ho creata e io devo fermarla...
Artigli di titanio, graffiano muri intrisi di sangue.
Il localizzatore emette un debole segnale: il dispositivo tempoelettronico si sta chiudendo! Devo ricondurre la bestia al suo tempo!
Le strade sono ricoperte di purulenti cadaveri che appestano l’aria, mentre in lontananza avverto il fragore di carrozze in fuga. La gente abbandona White Chapel, anche se fuggire non servirà a niente. Stanotte la bestia troverà il nutrimento senziente.
Lei è programmata per distruggere vite...
Dove sei?
Sento il pianto di un bambino provenire da una casa vicina. Forse sono ancora in tempo per salvare quella piccola creatura innocente.
Con un calcio sfondo la porta. Una volta dentro, la flebile luce della mia lanterna illumina una catasta di corpi mutilati. Nessun bambino, solo quel familiare sibilo meccanico...
Solo allora mi ricordo del simulatore vocale, ma è troppo tardi...
Questa è la sua tana...

Simone Conti