La bambina più sola del mondo

“Sono la bambina più sola del mondo” – Asia Argento

 

DIANA: Pronto?
MINA: Sono Mina.
DIANA: Mina chi?
MINA: Mi sento sola al mondo – sono la ragazza più sola del mondo.
DIANA: Scusa, ma chi è?
MINA: Te l’ho detto chi sono.
DIANA: Non conosco nessuna Mina, mi spiace.
MINA: ...
DIANA: ...
MINA: Tu come ti chiami?
DIANA: Senti, parliamoci chiaro: vuoi vendere qualcosa?
MINA: No. La mia vita.
DIANA: Non sarai mica una puttana, vero?
MINA: No.
DIANA: ...
MINA: Allora? Come ti chiami?
DIANA: Diana.
MINA: Diana, è un bel nome...
DIANA: Contenta che ti piaccia.
MINA: In realtà non mi piace, è un po’ banale.
DIANA: ...
MINA: Scusa... ti sei arrabbiata?
DIANA: No, è solo che non è carino! Cioè, tu mi telefoni a quest’ora della notte, io manco so chi sei, mi dici che sei sola e disperata, mi chiedi come mi chiamo e poi mi offendi!
MINA: Scusa... Non volevo.
DIANA: Non è niente. Perché mi hai chiamata?
MINA: Perché non sopporto più di essere sola. Sono una bambina sfortunata.
DIANA: Bambina?
MINA: Mi chiamo Mina, vivo a Los Angeles, e sono la bambina più sola del mondo.
DIANA: Perché bambina?

MINA: Non lo so, mi sentivo di dirlo. Ho 28 anni.
DIANA: Sei giovane, hai ancora un sacco di tempo. Non sarai per sempre sola.
MINA: Sì, invece. Ma la colpa è mia, ora sono timida.
DIANA: Anch’io sono timida, ma non è grave. Hai detto che hai 28 anni?
MINA: Sì, tu?
DIANA: Dieci di meno.
MINA: Ce l’hai il ragazzo?
DIANA: Sì, è un bel tipo, forse se la tira un po’ troppo, ma in fondo è dolcissimo.
MINA: Anch’io avevo un ragazzo, più o meno alla tua età. Si chiamava Mark.
DIANA: Davvero?! Anche il mio si chiama Mark.
MINA: Oh... Beh, è passato molto tempo. Lui è come scivolato via. Poi è venuto l’aborto e la depressione e la solitudine.
DIANA: Basta! Mi fai paura!
MINA: Ok, ho esagerato. Ma è la mia vita, una merda. Vivo in questa casa col fantasma del mio bambino mai nato sempre vicino a me eppure sono tanto sola. Ma non quando fuori è buio. La mia casa vive di fantasmi.
DIANA: Senti, basta! Mi fai paura!
MINA: ...
DIANA: Non volevi solo parlare, vero?
MINA: Vero.
DIANA: Allora dimmi che cosa vuoi e la facciamo finita.
MINA: Volevo solo dirti che anche tu sarai sola. Anche la tua casa vivrà di fantasmi. Non ti ho raccontato la mia vita...
Click!

Seccata, Diana si ricoprì con le coperte e tornò a dormire. Staccò il telefono, per non essere disturbata. Ne aveva avuto abbastanza, per quella notte.

 

***

 

DIANA: Pronto? Non ho voglia di parlare con nessuno.
MINA: Nemmeno con me?
DIANA: Mina!
MINA: Sono passati dieci anni e ancora ricordi? Sono lusingata!
DIANA: Puttana! Mi hai maledetta! Sei contenta, ora che anch’io sono sola?
MINA: Come sarebbe anch’io? Allora non hai ancora capito?
DIANA: Capito cosa?
MINA: Che non ti stavo raccontando la mia vita, ma la tua.
DIANA: Co–cosa?
MINA: Il tuo ragazzo, Mark, non ti ha scaricata?
DIANA: Sì, ma è stato tanto tempo...
MINA: E non ti ha forse lasciato un ricordino?
DIANA: Ero incinta.
MINA: E hai abortito.
DIANA: Sì.
MINA: E ora sei depressa.
DIANA: Sì, maledizione, sì, sì, sì! Ma chi cazzo sei tu? Cassandra o un’altra profetessa di sfighe?
MINA: No, Diana, ancora non ci siamo, possibile che tu ancora non abbia capito? Io sono te!
DIANA: No, non è possibile! Menti.
MINA: ...
DIANA: Quanti anni hai?
MINA: 28, come dieci anni fa.
Click!

 

Diana restò sola in casa sua, a Los Angeles, ora che anche Mina l’aveva abbandonata. Era sola coi suoi fantasmi. Improvvisamente si accorse che la fredda canna della pistola che teneva nella borsetta le appariva stranamente invitante. Le sembrava la cosa più naturale da fare: prenderla e puntarsela alla tempia. E, perché no, premere il grilletto. Dopotutto anche lei aveva 28 anni.
Ma prima, forse, era il caso di fare una telefonata.

Ewan J.