I dadi

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2004 - edizione 3

Alessandro è un giocatore d’azzardo incallito. Alessandro è sfrontato, altezzoso, egoista, molto fortunato. Giocando ha vinto tutto ciò che possiede.
Siamo in estate, nei paesi si organizzano piccole fiere e feste campestri. Una sera Alessandro e i colleghi decidono di partecipare ad una festa. La serata procede bene e tutti sono entusiasti. Al centro della pista di ballo ora si alternano gli artisti di strada: ci sono un mangiafuoco, la donna cannone, il prestigiatore. Egli affascina il pubblico con un gioco semplice: lancia due dadi e a seconda di cosa esce, predice il futuro. Davide, il collega di Alessandro, vuole provare. Va dal prestigiatore, questi gli dice di osservare bene i dadi e di concentrarsi su di essi.

Lancio... sulle facce ecco apparire due anelli. Davide rimase ammutolito, infatti la domenica successiva si sarebbe sposato… poi guardò meglio i dadi e al posto degli anelli ora erano ritornati i puntini. Altre persone si cimentarono con il gioco dei dadi e a tutti il prestigiatore predisse il futuro. Alessandro sembrava essere l’unico a non trovare interessante questo gioco: “E’ tutta una messa in scena, ci sarà un trucco”. Il prestigiatore terminò il suo numero, appoggiò i dadi e se ne andò verso il bancone del bar. Alessandro notò la cosa e senza che nessuno se ne accorgesse si avvicino al tavolino del prestigiatore e fece scivolare i due dadi nella tasca della sua giacca. Verso le tre tutti fecero rientro a casa. L’ indomani Alessandro estrasse i dadi: ”Pari vado al lavoro, dispari continuo a dormire”, li lanciò e quando questi si fermarono, si avvicinò per vedere il risultato, ma altro non vide se non l’immagine della Morte. Alessandro si accasciò sul letto. Ora i dadi riportavano tre e quattro puntini: dispari. Sonno eterno.

Federica Cavagliano