La cravatta

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2004 - edizione 3

Il mio tick è tornato.
Sì proprio quello che mi prende all'occhio destro che mi fa saltare la palpebra come un grillo impazzito.
Colpa del lavoro.
Mi annoio, e poi per fare una cosa quanto tempo sprecato, per esempio, tutto quello che avevo chiesto era che mi allungassero la cordicella per accendere la lampada d’epoca.
Be', l’addetto mi ha risposto: "mi spiace, ma non facciamo questi accrocchi."
Lo guardai incredulo.

"Ho solo bisogno di una cordicella per accendere la luce..."
"Aaah, basta con queste storie. Non sono autorizzato. Non è un problema mio."
Così feci quello che qualsiasi persona normale avrebbe fatto... lo infilzai con la mia stilografica dritto in un occhio.
Un po' di sangue, ma nessun rumore.
Lo shock lo aveva paralizzato.
Comunque nascosi il suo corpo nei bagni delle donne.
Così cominciò la mia carriera.
Chissà come si chiamava...
Feci una seconda richiesta per allungare la cordicella.
Arrivò un altro impiegato, fece tutte le domande giuste, ma mi diede tutte le risposte sbagliate.
Si rifiutò.
Lo strangolai con il filo del mouse.
Poi notai la sua cravatta: era perfetta per allungare la corda della luce.

Claudio Foti