Adamo ed Eva

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2004 - edizione 3

Macerie, distruzione, cielo nero.
C'è stato un grande sibilo al quale è seguito un incredibile fragore, dopo di che il buio. La terra è stata rasa al suolo senza preavviso, le persone sono state spazzate via, frantumate in piccoli atomi, senza che se ne accorgessero, senza che se lo aspettassero. Meteorite? Guerra nucleare? Chi può dirlo.
Ma Adamo ed Eva sono sopravissuti. Non sanno spiegarselo nemmeno loro come abbiano fatto, tutti i loro ricordi sono solo fastidiose ombre confuse, prima di svegliarsi nella Terra di nessuno hanno attraversato un periodo di coma profondo.
Che importanza hanno i perché e i per come sulla fine del nostro pianeta? Adamo ed Eva hanno cominciato la loro nuova vita già da diverse settimane.
"Eva, ne ho trovata un'altra tra le macerie! Tonno in scatola! Credo sia scaduto da pochi giorni! Sicuramente sarà più gustoso di quel tizio che abbiamo sgranocchiato la settimana scorsa... se solo ci ripenso... Eva?? EVA, DOVE SEI??"

Il ragazzo si guarda intorno. Solo nebbia polverosa, macerie, nessuna traccia della sua graziosa fidanzata.
"Sono qui Adamo, corri, c'è una cosa incredibile che devi vedere!"
L'ultimo uomo si mette a correre nei suoi stracci che erano vestiti, segue la voce... e finalmente, vicino ad Eva, vede anche lui la meraviglia...
Un piccolo fiore giallo, ricoperto di rugiada, cresciuto all'ombra di un vecchio palazzone.
"Non ci posso credere" balbetta Adamo "un fiore appena sbocciato! Capisci cara che significa? Vuol dire che tutto può sopravvivere! Potremo piantare verdura, darci all'agricoltura... crearci il cibo... e poi potremo dare nuovamente vita alla razza umana..."
Ancora senza un preavviso, quasi senza rumore questa volta. Forse non ce la faceva più a sostenere il proprio peso, forse è colpa delle vibrazioni scaturite dalla voce di Adamo... il vecchio palazzone crolla.
E questa è veramente la fine...

DDF