Neri fantasmi

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2004 - edizione 3

Sicuro di aver chiuso la porta?
Stasera il coltello non ti servirà.
Quanti saranno? Cinque, dieci, venti, forse?
Rumore di scasso. La porta d’ingresso sta cedendo.
Li senti? Sono in cucina.
Credi di scamparla anche stavolta, vero?
C’è ancora luce sotto le palpebre, fuori è quasi sera. Il buio ti prenderà piano. Tu, steso sul letto, senti scorrere il tempo: secondi, sangue, ricordi.
Eri tu quell’uomo in riva al fiume: l’inseguitore con il coltello, avido, senza pietà. Due pugnalate a uno sconosciuto. Scopo: incassare la ricompensa. Lo sapevi che un giorno sarebbero arrivati. Oggi stesso ti negheranno il mondo: l’odore dell’erba appena tagliata, il volo meraviglioso del falco, chilometri di ricordi uguali agli altri. Avevi ucciso per cambiare vita: 300.000 euro in banconote di piccolo taglio.

Respira profondamente, il corpo si allunga a fatica, la mano destra scivola sul comodino, sfiora la lama del coltello. Lo impugna.
Sei più tranquillo, adesso?
Lo sai che non basterà. Ti restano soltanto: il rimorso, gli occhi imploranti della vittima, questo rumore di passi sconosciuti che salgono le scale.
Ho ucciso un uomo per soldi le avevi detto. E lei, tua moglie, era fuggita via, per sempre.
La porta della camera trema. Sopporta un colpo secco poi un altro più violento, il fiato ti si spegne nei polmoni. E vorresti aprire gli occhi, guardare i tuoi aguzzini. Un secondo dopo l’altro brucia il tuo tempo; loro sono un plotone d’esecuzione silenzioso, lancette scure che si inseguono sul quadrante. Sottopelle, brividi gelidi risalgono il corpo, un’oscura vertigine ti prende il cuore: Non c’è più niente dopo la morte.
Gli ultimi respiri di quell’uomo al fiume assomigliano, ora, al tuo fiato spezzato. Rumore di sassi rotolanti. Tre secondi, due, uno e tutto il buio del mondo che lentamente inonda i tuoi occhi.

Enrico Elvis Crotti

Da più di quindici anni snocciolo bit davanti a computer. Nello spazio fra un bit e l'altro leggo, scrivo e viaggio.