Mi scusi, ha visto il mio cane?

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2004 - edizione 3

"Mi scusi, ha visto il mio cane?"
Il vigile urbano si voltò trovandosi di fronte un bambinetto sugli otto anni.
"Mi dici com’è?" rispose l’uomo sorridendo.
"E’ alto così" il bambino indicò con la mano una trentina di centimetri "il pelo coperto di terra, un occhio penzolante fuori dalla testa e gli esce dalla bocca della roba scura. Ah, una zampa davanti si è staccata…"
"Mi stai prendendo in giro per caso?" il sorriso era scomparso dall’espressione del vigile.
"No signore, è diventato così dopo che è uscito dalla tomba. L’altro giorno è finito sotto una macchina così un mio vicino di casa mi ha detto che se lo seppellivo dove mi diceva lui guariva. Infatti è uscito da sotto terra ma è scappato via tutto arrabbiato."
"Sentimi un po’: io non ho mica tempo da perdere. No, non l’ho visto un cane così!"

"Va bene. Mi fa un favore? Se per caso lo vede passare mi può avvisare? Casa mia è quella là con il portone bianco, vede?"
"Certo! Se vedo passare un cane morto senza un orecchio e senza una gamba ti avverto!"
"E’ l’occhio che si è staccato, mica un orecchio." brontolò il ragazzino a bassa voce.
"Ecco cosa succede a vedere quei filmacci! Il cane che esce dalla tomba e se ne va in giro! Io li vieterei quei film di paura!" pensò il vigile scuotendo la testa.
Fu questione di un attimo: un balzo rapidissimo e denti aguzzi che affondavano con furia nella sua gola squarciandola. Cadde a terra e l’ultima cosa che vide fu una massa scura che si agitava rabbiosa ringhiando.
"Birillo, guarda che disastro! Adesso chi lo dice alla mamma?… Aspetta un attimo: se facciamo come con te come ci ha detto il signor Avati? Se ha funzionato una volta..."

Adriano Emaldi