Figlio illegittimo

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2004 - edizione 3

Balordi.
Pensate di tenermi qui, pietanza del vostro arbitrio.
Al buio, In una prigione di carne e sangue.
Assaporate il successo. Sorseggiate il nuovo ordine.
Non sapete.
Uscirò... presto. E avrete una visita inattesa.

 

Tu uomo, hai avuto l’ardire di usare lei.
Con i tuoi discepoli, mi guardate soddisfatti ma non sfamati.
Avete corrotto il mio sangue.
Avvelenato il mio essere, insozzato dalle vostre essenze magiche.

 

Spargere confusione è stata l’arma di potere della vostra specie annientatrice.
Letale per se stessa, la natura, la vita.
Omertà, corruzione, immoralità e indifferenza i vostri complici.
Un azzardo ridarvi fiducia. Mai più accadrà.

E voi, milizie dell’eterna condanna, falange del vestibolo di Geènna.
Voi, attentatori dell’equilibrio, adoratori di un fiore nero.
Saccenti eredi degli idolatri di Baal.
Ignobilmente occultati dietro una maschera inappuntabile, avete seminato il male in lei, ignara.
Non più procreatrice d’innocenza.
Ed ora curate il vostro germoglio spinoso col verecondo plasma dei demoni.

 

Non potevo più lasciarvi fare. Ho voluto la vostra autogestione, vi ho donato una coscienza. Ora basta.
Questa gemma adesso è mia. Strumento della scelta estrema. Parto divino della solenne vendetta.

 

Spezzerò il sole, taglierò la luna.
Di giorno bruceranno le città. Con le tenebre un diluvio di sangue vi sommergerà.
Voi farete il resto.
E solo quando vedrò il terrore nei vostri occhi, vi spazzerò via per sempre, nuovi abitanti della valle dei supplizi eterni.

 

Nessun angelo, nessun innocente, nessuna redenzione, nessun Giudizio.
Stavolta il Regno del Supplizio Eterno non legittimerà il Tempio di Pietro.

Daniele Giuliano