Incubo dalla palude

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2004 - edizione 3

Jim era un uomo alto, ossuto, con una carnagione perennemente abbronzata; si diceva che fosse il miglior cacciatore di coccodrilli della zona.
Era appena tornato da una battuta di caccia in cui aveva ucciso quattro esemplari di dimensioni spettacolari.
Quella notte, nella sua casa vicino alla palude, Jim si rigirava nel letto ed i lenzuoli, madidi di sudore lo avvolgevano in un abbraccio glaciale.
Un incubo spaventoso aveva assalito il suo sonno... decine di coccodrilli lo circondavano... era in trappola! Grosse mascelle schioccavano fendendo l'aria e lunghi e affilati denti si conficcavano nella sua carne, squarciandola.
Il dolore era così reale, così intenso che Jim si svegliò urlando.
Aveva le braccia e le gambe intorpidite, percorse da uno strano formicolio: non riusciva a muoversi.

La luce flebile dell'alba entrava dalla finestra, una sensazione sgradevole lo assalì e si rese conto di non essere nella sua camera. Sentì la porta che si apriva e sulla soglia apparve una donna vestita di bianco. Quando si avvicinò, capì che era un'infermiera, questa, con voce affabile, gli disse:
"Stia tranquillo, le farò solo un'iniezione per calmare il dolore"
Jim, ancora stordito, osservò in silenzio la donna sollevare delicatamente il lenzuolo e un gemito strozzato scalfì il silenzio nella stanza.
I suoi occhi sbarrati erano fissi su quel corpo... il suo... ormai un tronco umano privo di braccia e di gambe che giaceva in quel letto d'ospedale.

Micaela Fantauzzi