Cicatrice del mattino

Non poteva neanche alzarsi dal letto. Le gambe le tremavano. Troppo stanca, dopo una notte trascorsa insieme al suo Ugo. Lui era un condottiero. Uno dei più valorosi, coraggioso,forte. Era un uomo statuario. Non sarebbe mai scappato dinanzi a nessun pericolo, ed era per questo motivo che il principe Lotario gli aveva affidato in custodia sua moglie Miranda. E sua figlia Clessidra. Le due donne più importanti di tutta la sua vita. Ogni volta che partiva per un lungo viaggio chiamava a sè Ugo detto "Tre scudi". Si era fatto affibbiare quel soprannome perché possedeva tre scudi diversi e ne sceglieva uno a seconda dei periodi dell'anno.
A lui il principe Lotario affidava i gioielli del regno: Clessidra e Miranda. Era partito per un lungo viaggio che lo avrebbe portato lontano per sei mesi.
Quella era una mattina come tante altre, Miranda si sedette davanti al grande specchio della toeletta. Da lì a poco sarebbe arrivata la sua servetta a pettinarla. Si girò di scatto. Le era parso di sentire una voce al di là del muro. Si era sbagliata, non c'era nessuno nelle stanze confinanti. Doveva essere stato un effetto del sonno perso. Ad un tratto sullo specchio apparve un ombra. Miranda si alzò strofinandosi le mani sugli occhi. Non era vero, il sonno si stava prendendo gioco di lei. Lo specchio ovale oscillò, producendo un suono stridulo. "Marianna, Marianna vieni subito qui. Immediatamente ti dico" gridò Miranda insospettita. La servetta arrivò immediatamente.
"Signora che cosa vi succede, siete pallida. Sedetevi, è meglio" disse affannosamente.
"Mi sembra di aver sentito delle voci provenienti dall'altra stanza"
"Non è possibile, è vuota"
"Lo so, ma o le ho sentite, ne sono sicura. E poi lo specchio si è girato, guarda anche tu"
Marianna posò lo sguardo sul grande specchio, notò che si era mosso davvero.
"Sarà stata una corrente d'aria, niente, niente signora"
Si avvicinò allo specchio cercando di raddrizzarlo, con la mano mosse la vite verso di sè. Fu allora che dalle dita sgorgò un flusso di sangue. La scostò immediatamente. Volgendo lo sguardo su Miranda la mano si riempì di sangue, e Marianna cadde a terra svenuta. Dal tetto cominciò a gocciolare un liquido scuro simile a catrame, e un senso di morte invase tutta la stanza. Miranda si accasciò al suolo incapace di comprendere quella situazione. Il clarino si aprì suonando da solo. Fra la musica dolce che si ripeteva all'infinito si sentivano voci soffocate. Miranda riconobbe subito quei sussulti. Si alzò in piedi cercando con lo sguardo di incontrare quella presenza.

"Clessidra, sei tu? Sei tu bambina mia? Dove sei, sei qui con me?" disse con una mano sul cuore. Lo specchio si insanguinò, il flusso rosso divenne copioso e caldo. Di colpo il clarino cadde per terra frantumandosi in mille pezzi. L'aria puzzava di sangue, un odore acre simile a quello del ferro incandescente. La paura prese il sopravvento. "Figlia mia sei tu? Figlia mia? Fatti viva" le candele del candelabro si accesero e si spensero. Ci fù come una piccolissima scossa di terremoto. Poi una voce "Madre scellerata, sia maledetto il giorno in cui mi hai messo al mondo" La voce si estinse in un attimo, lasciando Miranda, senza fiato. La situazione si calmò. Miranda non credeva ai suoi occhi. La stanza da letto era colma di sangue, Marianna ne era completamente immersa. Tutto le sembrava un incubo. Per un attimo pensò di stare diventando pazza. Un grido partì dalla sua gola, forte, profondo, un grido di orrore. Davvero era stata Clessidra a manifestarsi. Fu allora che Miranda decise di convocare Brilia la vecchia strega del regno. Era una donna molto anziana, viveva appena al di là delle mura del castello. Nessuno la conosceva bene, si diceva solo che fosse una strega. Solo per quell'appellativo le sarebbe toccato di bruciare viva, ma nessuno in realtà le aveva mai visto fare nulla di strano. Si raccontava che dalla sua casa provenissero strane voci. Tutti pensavano che tenesse con lei una bestia selvatica. Miranda non si era mai interessata a quel tipo di storie, ma infondo era l'unica opportunità che aveva a disposizione. Doveva necessariamente farla pervenire al castello. Mandò lei stessa una carrozza perché non si sapesse che la strega stesse andando al castello.
Fu ricevuta proprio nella camera da letto di Miranda. Marianna, si assicurò che nessuno potesse entrare nella stanza, chiudendo la porta a chiave.
"Ditemi che vi è successo signora, e perché mi avete fatto chiamare"
"Ho perso mia figlia un mese fa. Penso che ieri si sia manifestata a me e alla mia ancella, proprio in questa stanza da letto."
"Come fate ad essere sicura che si tratti di vostra figlia? Vi ha parlato?"
"Sì lo ha fatto. Mi ha detto che le mancavo"
La vecchia si sfiorò con una mano il mento, si alzò in piedi, dando un'occhiata alla stanza.
"Che cosa avete visto di preciso?"
"Sangue, sangue dappertutto il pavimento ne era pieno. Lo specchio anche. E poi ho sentito la sua presenza era lei ne sono sicura" si alzò nuovamente volgendosi allo specchio. La dentro c'erano gli occhi di Clessidra. La vecchia li intravide, all'istante. Erano occhi grandi eccezionalmente azzurri. Erano occhi tristi.
"E' molto bella vostra figlia, è giovane ed ha degli occhi molto espressivi"
Miranda scattò in piedi con il cuore colmo di paura.
"Voi non conoscevate mia figlia!" esclamò intuendo che era apparsa allo specchio.
"No non la conoscevo signora, adesso la conosco"
Quella situazione non era chiara. Miranda capì ben presto che qualcosa non stava andando per il verso giusto.
"Si chiama Clessidra, ha quindici anni. Non posso vedere altro" la vecchia stava mentendo ma Miranda non era in grado di accorgersene.
"Forse dovreste lasciarmi sola in questa stanza, in maniera che possa parlare con calma con questo spirito. Lo spirito di vostra figlia è qui. Non mi parlerà finchè voi rimarrete qui con me"
Miranda a malincuore uscì dalla stanza. Nello stesso momento lo spirito di Clessidra uscì dallo specchio e si materializzò davanti a Brilia. Era una bellissima ragazza, non troppo alta, vestita di bianco, con i capelli castano chiaro, tirati su da tre fiori rossi. Il suo viso era tanto triste. La vecchia non si mosse, fu lo spirito a parlare
"Ho maledetto il grembo di mia madre, vi ha mentito, mi ha messa al mondo e poi mi ha costretta ad una morte meschina"
La strega pose la mano in avanti, lo spirito della povera Clessidra era davvero tormentato?
"Raccontatemi ragazza mia, ditemi la verità"
"Mi ha detto che non mi sarei mai più potuta sposare, inventando il fatto che il mio consorte mi aveva rifiutata. Io gli ho creduto, mi aveva detto che il mio fidanzato non mi avrebbe voluta sposare. Il dolore mi ha fatto fare una pazzia"
"Ti sei buttata dalla torre del castello" disse la strega vedendo nei suoi occhi l'accaduto. La piccola Clessidra aveva creduto alle parole di sua madre, si era fidata di quel consiglio. Nessuna l'aveva vista arrampicarsi per le scale della torre. Era arrivata fin là su da sola. Con le lacrime che le sgorgavano a fiotte. Non ci aveva pensato neanche un momento, si era lanciata nel vuoto. Era durato un attimo, aveva sentito su di sè il terrore, lo sgomento, poi si era schiantata al suolo. Sciaguratamente rimanendo in vita. Giaceva sul lastricato proprio accanto alla porta della dispensa. Il suo corpo era piombato per terra si era rotta le coste, era rimasta senza fiato, sentendo un dolore lancinante al fianco destro. Non era però morta. Con gli occhi aperti, poteva guardare il suo sangue dal colore vivace. Non lontano dal suo capo due denti luccicavano sul lastricato. I suoi capelli erano completamente avvolti di sangue. In quel momento avrebbe voluto gridare, invocare l'aiuto di qualcuno. Fu Marianna nel tardo pomeriggio ad accorgersi dell'accaduto. Vide il corpo dalla finestra della cucina. Subito chiamò Miranda. La piccola Clessidra fu trasportata sul grande tagliere nelle cucine. Non capiva ciò che le stesse accadendo
"E' ancora viva signora, adesso cosa facciamo?" Miranda non volle neanche avvicinarsi.
"Devi finirla, devi pensarci tu Marianna, non posso certo farlo io"
"Ma come signora come? Non sarebbe meglio aspettare che muoia da sola?"
Miranda a quel punto si avvicinò, prese un grosso arnese da cucina e lo conficcò sulla fronte di Clessidra, tagliandole il viso in una metà esatta. La scena raccapricciò perfino Marianna. Clessidra aveva visto negli occhi di sua madre il profondissimo odio, la crudeltà mai conosciuta prima. Era stata sua madre ad ucciderla. Ma perchè lo aveva fatto?
La vecchia andò via dal castello, rassicurando Miranda.
"Non c'è nulla in quella stanza, vostra figlia riposa in pace, vi siete sbagliate signora. Ma ditemi come è morta vostra figlia?"
Miranda finse un viso triste ed afflitto.
"La mia bambina era malata da tempo, non era neanche curabile, una malattia rara, se ne è andata velocemente. Non sono riuscita a dare la notizia neanche al padre."
Mentiva perfettamente, e Marianna la seguiva a ruota.
"Dove l'avete sepolta?" ci fu silenzio, Miranda non rispose, ne tanto meno Marianna cercò di inventare qualcosa sul momento. La vecchia se ne andò senza avere una risposta.

Anna Maltese