Antropofago

Ne riconobbi subito l'odore, dolciastro e nauseante. Che orrore, terribile la sensazione. Da molto qui, vicino i cassonetti ricoperto da spazzatura. Non riuscii ad avvicinarmi, troppo forte il fetore, troppo il disgusto. Mi feci violenza, dovevo e l'ho fatto, è il mio compito. Mi chinai e ne assaggiai un braccio, addentai poi una spalla. Vomito. Che sapore disgustoso... sa proprio di morto, di decomposto... Mi sciacquo la bocca. Guardo il suo corpicino disteso in terra, talmente morto da confondersi con l'asfalto, appiattito e svuotato al suolo. Mi faccio forza, la fame è tanta e in fondo da sempre la mia razza ne mangia... mi venne un dubbio atroce, saliva dalla gola e mi apriva una voragine nel petto... lui prima viveva, chi era? Quali speranze? Quale vita? Una vita passata all'ombra della gente, emarginato, per la strada... Che mostro ero io a cibarmi del suo corpo? Mi scrollai quei pensieri di dosso, presto sarebbe arrivato qualcun altro, o lo mangiavo io, o lui o il suo corpo avrebbe finito per liquefarsi in una appiccicosa pozza inutile.

Mi riavvicinai, dimenticai il sapore e a piccoli morsi cominciai a fare brani del suo piccolo corpo fatiscente. Più ne buttavo giù, più fame e voracità mi assalivano e mi accorsi che mi piaceva, mi piaceva proprio sentire il secco viscidume degli organi piccoli, della carne fetida, sentire fra i denti gli ossicini sgretolarsi...
"Cosa stai facendo!"
Eccolo, arriva sempre al momento sbagliato, veloce devo finirlo " Vieni qui!"
Arriva, arriva, più svelto o mi prenderà, prendo in bocca ciò che rimane e faccio per scappare
"Preso!"
No! Troppo tardi! Mi da una vergata il bastardo!
"Dove eri finito? E' un pezzo che ti cerco! Adesso a casa!"
Solo perché ha potere! Schifoso figlio di cane! Lasciami mangiare, ne avrai anche tu!
"Togli subito quella cosa dalla bocca!"
No è mia! Trovatene un'altra!
"Adesso a casa! Marsch! E guarda, che schifo! Un topo! Hai tutte le zampe sporche! No, è inutile che scodinzoli adesso! Dai Antropo muoviti!"

Ilaria Turco