La resa dei conti

Tom Tuker apre la porta ed entra. Il commissario è intento a leggere dei documenti.
- Agente Tuker? - dice senza alzare gli occhi dai fogli.
- Mi chiami Tom. Aiuta a farmi sentire a mio agio.
Il commissario gli lancia un'occhiata malevola da sopra la montatura degli occhiali.
- Le proibisco di sentirsi a suo agio agente Tuker - dice.
Tom sente per un attimo il pavimento franare sotto i suoi piedi.
Un appiglio! Solo un appiglio per questo difficile momento.
- Sto leggendo cose interessanti - riprende il commissario sempre senza alzare gli occhi dalle carte. - Sto leggendo cose interessanti sul suo fegato. Lei beve agente Tuker?
- Se bevo? Diciamo che ultimamente mi sono un po' lasciato andare.
- Lei beve agente Tuker.
Questa volta è stata un'affermazione.
Con gesto lento, terribilmente definitivo chiude la cartellina che ha davanti a sè ed alza lo sguardo su Tom. Dietro le lenti i suoi occhi appaiono più grossi.
- Circa trenta anni fa - dice - mi trovai faccia a faccia con un maniaco omicida. Si faceva scudo con una bambina tenendole la pistola alla tempia. Quando vidi la nocca dell'indice sbiancare contro il grilletto lo freddai centrandolo alla fronte. La bambina fu salva. E lo vuole sapere perché? Perché io non bevevo agente Tuker.

- Avete ragione commissario, come darvi torto? Riconosco di essere stato un irresponsabile. Ma la cosa non si ripeterà, ora credo di aver capito la lezione. Non voglio bambini innocenti sulla coscienza io.
- Avete detto bene...
- Sapevo che avreste compreso.
- Avete detto bene: la cosa non si ripeterà.
Di nuovo quel tono così maledettamente definitivo.
- Cosa intendete dire - chiede Tom.
- Intendo dire che non c'è pericolo che la cosa si ripeta perché voi lascerete il distretto e non ci rimetterete mai più piede.
- Voi state scherzando commissario. Lo state dicendo perché volete spaventarmi. E poi...
"... e poi lo sapete di Peter - avrebbe voluto dire - aveva solo quattro anni. Come avreste reagito voi davanti a quella parola: LEUCEMIA. Ho voluto solo naufragare per un po', ne avevo tutto il diritto Cristo Santissimo! Ed ora poi sto meglio, ho una gran voglia di rimettermi a camminare con le mie gambe..."
- Smettetela! Un briciolo di dignità... sempre che vi sia rimasta. Ho analizzato il rapporto della commissione. Parla di personalità asociale. Voi agente Tuker siete una persona dalla vita troppo complicata per i miei gusti.
- Io... sono... complicato... - si mette a ridere per lo sconcerto. - Io complicato - ripete poi. - Ma cosa state dicendo commissario. Tutti siamo complicati. Voi non siete complicato? E quelle che vi circondano non sono tutte vite complicate?
Afferra dalla scrivania una foto incorniciata e l'osserva.
- Carina - dice poi. - Chi è, vostra figlia? Avrà dieci anni, è ancora una bambina. Eppure la sua vita è complicata. Tutti i bambini hanno una vita terribilmente complicata, lo sapevate questo signor commissario?
Il commissario lo sta guardando fissamente ma dal suo sguardo non trapela nessuna emozione.
Tom sembra rendersi improvvisamente conto di quanto sia inutile lottare contro quell'uomo. Ripone la foto sulla scrivania, saluta militarmente ed esce sbattendo la porta.
Rimasto solo il commissario si accende un sigaro e soffia il fumo verso il soffitto.
Poi prende la foto e l'osserva lungamente.
Cosa ho fatto angelo mio - dice infine con un filo di voce. - Potrai mai perdonarmi?
E' tornato con la mente a quel giorno di trenta anni prima.
Dio come avrebbe voluto avere la mano ferma.
Dio come avrebbe voluto...

Gino Spaziani