Necrofilia, droga e rock and roll

Lo stupro mette in voi il terrore paragonabile soltanto alla paura di morire? Bene allora continuate a leggere mie signore perché questo racconto l’ho scrivo proprio per le persone come voi, voi che non resistete al terrore, voi che fate incubi alla notte soltanto per aver visto qualche goccia di sangue, scendere dalle guance dalla santa statua di Maria madre di Dio, voi... sì, proprio voi.
Prendete questa storia come un regalo, sì un regalo, ma soprattutto come una raccomandazione, perché neanche dopo la morte c’e la quiete, neanche dopo...

 

Tre ragazzi camminavano lungo una strada buia e senza vita, una strada tenebrosa e ostile dove persino l’aria aveva paura di sostare in quel posto e farsi inalare, ma anch’essa contagiata dal posto aveva un odore di morte, di morte viva e pulsante!!!
I 3 ragazzi drogati e ubriacati fino al midollo barcollavano in quella strada buia, l’unica luce, era quello degli accendini che non smettevano mai di accendersi e di spegnersi facendoli quasi sembrare una carovana di folli.
Fumavano, ridevano e gridavano i 3 ragazzi, chissà se certa gente potesse mai amare qualcosa, o qualcuno... probabilmente sì, sì perché si stavano addentrando nei meandri di un grosso cimitero custodito, (il cimitero di Cruck) o meglio incustodito visto che il custode era proprio uno dei 3 ragazzi, il più anziano dei 3, bhà, forse volevano andare a dare l’estremo saluto a qualche loro amico morto magari di overdose o qualche altra patologia proveniente dalla droga? Magari...
Bel gesto, sempre da 3 rifiuti della società ma comunque un bel gesto, in fondo tutti ce l’hanno un cuore.
I 3 fecero capolino dentro il cimitero, continuavano a starnazzare e gridare persino in un luogo santo come quello, camminarono per un po’ finchè uno dei tre presumibilmente il capo gruppo non chiamò a raccolta gli altri 2 con un secco “Ma porco di quel dio, dove state andando? La puttana è qua, è quaaaaa”, “sì lei sta qua, guarda un po’ chi è venuto a trovarti troietta? Ma come sei carina”, poi si rivolse agli altri 2 dicendo “ragazzi incominciamo o qui si fa l’alba”.

 

Ci sono tante domande al mondo senza risposta, una di questa è cosa ci fanno 4 uomini in un cimitero nell’ora e nel posto in cui non possono stare, perché ho detto 4? Semplice perché un uomo o almeno così tutti lo definirebbero a prima vista, comunque quel coso, quell’uomo percorreva a grandi passi il centro del cimitero, anche lui voleva andare a trovare qualche piccola troietta?
L’uomo si bloccò, il mantello nero aveva all’estremità un cappuccio che gli copriva completamente il volto e non faceva trasparire nulla, si sarebbe potuto definire un fantasma se non fosse stato per quelle mani giallastre che fuoriuscivano dalla maniche, e uno strano luccichio che proveniva da dentro il cappuccio, vide in lontananza i 3 famosi drogati, li vide chinati sopra una tomba, si poteva sentire chiaramente da un ragazzo, (quello ciccione dei tre) “Tcca a me dai, tocca a me, levalo che tocca a me porca troia” i ragazzi stavano litigando per chi per primo dovesse dare l’estremo saluto alla loro amica? Noooooooo (o in un certo senso sì) e allora perché ve lo starei qui a raccontare se fosse così, non ci interesserebbe niente non è così? I 3 comunque spingevano, uno dei tre più forte degli altri, gli altri 2, il custode e il grassone spingevano perché volevano essere loro a spingere più forte.

 

Allora l’uomo senza volto incominciò a correre, a correre veloce, sembrava volasse, il lungo mantello lo facevo sembrare quasi un falco, comunque qualunque cosa sia non era umano!!!
Arrivò ai fianchi dei 3 ragazzi, e vide davanti a sè il brutto grassone (che finalmente aveva avuto il suo turno) penetrare ripetutamente ormai un corpo senza vita di una bellissima ragazza ormai sul punto della più nera putrefazione. Il custode si accorse dell’uomo, si girò di scatto in preda al panico balbettò “Ehi c-che ci fai qui? Il cimitero è-è chiuso a quest’ora” l’uomo non badò a tali farfugliamenti e allungò il braccio verso il grassone, lo alzò per i capelli per almeno 50 centimetro, finchè non gli rimase il ciuffo in mano col panzone che rotolò a terra, allora riallungò la mano questa volta verso i testicoli dell’uomo, lo prese e lo alzò, il ciccione gridava, erano grida che raramente si odono nell’arco di una vita, ma quel giorno sì, quel grido ruppe la quiete del cielo come solo un tuono ne era capace, ma l’uomo senza volto non sembrava udirli, e strizzava, strizzava fino a che dall’uomo non gli fuoriuscì del sangue dalle dita, tanta era la pressione, finalmente per il ciccione l’uomo lasciò la presa, e ricadde a terra, il ragazzo perdeva sangue da tutte le parti dell'organo genitale, malgrado il dolore fosse insopportabile sembrava come se volesse strozzare le urla in gola, come se volesse annullare quel dolore, forse per non riattirare l’attenzione su di sè e magari subire chissà quale altra tortura da quello che per lui sembrava essere il diavolo in persona. Comunque sia se ne stava in silenzio digrignando i denti in attesa di morire dissanguato, ma comunque in pace. Lontano dal diavolo!

 

L’uomo si girò verso gli altri 2, il luccichio che proveniva dal dentro il cappuccio fece sobbalzare il custode, sembrava essere quasi come il segnale che avrebbe sancito la loro fine. Il cappuccio si girò, prima verso uno e poi verso l’altro, vide che il boss dei tre si stava stringendo il petto probabilmente colto da un infarto, così decise di dedicarsi per prima al custode, si avvicinò piano piano verso di lui, il custode tentò una reazione di fuga ma bastò per l’uomo col mantello mostrargli la mano insanguinata con la quale prima aveva alzato per gli zebedei 100 kg per farlo bloccare per terra, allorché il custode tentò di dire qualcos’altro, “Non l’ho toccata, te lo giuro, nemmeno l’ho sfiorata, sono stati quei 2 che l’hanno violentata te lo giuro, mi hanno costretto ad aprire il cimitero minacciandomi di morte”.
L’uomo mentiva, e la puzza della menzogna si percepiva più del tanfo che proveniva dalla tomba della ragazza, che schifo; meritava la morte.
L’uomo senza volto fece per andare verso di lui facendogli chissà quale atrocità quando si accorse che lì vicino c'era una buca, lasciata lì magari per un funerale che si sarebbe svolto domani.
Allora guardò il custode e gli indicò la buca con il braccio, il custode all’inizio non capiva cosa volesse dire quel gesto ma quando l’uomo gliela indicò di nuovo, capi tristemente che fine il fato aveva preservato per lui.
Il fato voleva anche che lì vicino ci fosse una bara di legno mezza rotta, quindi ormai capito le intenzioni dell’uomo, il custode in preda al panico totale incominciò a piangere e chiedere pietà, l’uomo allora che in quel momento dava le spalle al malcapitato si bloccò, anche lui pietrificato, andò verso il custode che frignava come un bambino, gli aveva fatto pena? Gli avrebbe negato una sorte così abbietta? Si inginocchiò vicino a lui e allungò le mani al viso del custode, allungò l’indice verso una lacrima che stava scendendo verso la guancia incolta del ragazzo e risalì l’indice piano piano, poi allungò l’altra mano e con uno scatto gli strappò dalle orbite i 2 occhi e li mangiò.
Il ragazzo non fece nemmeno in tempo a gridare come un forsennato che l’uomo lo prese lo mise nella bara e poi nella buca, stufo delle continue lamentele di quel drogato.
5 minuti dopo la bara era coperta del tutto, l’uomo era stato sepolto vivo, si sentivano dei grugniti provenire dalla profonda terra, dei grugniti disumani misti al dolore di aver perso gli occhi e di essere stato sepolto vivo.
Era arrivato il momento dell’ultimo ragazzo? No, no la natura avrebbe fatto il suo corso, con lui non ce ne sarebbe stato bisogno, l’infarto l’avrebbe preso da lì a poco senza ulteriori mosse. Infatti se ne stava sdraiato a perdere saliva dalla bocca e gridare qualche cosa che però gli rimaneva in gola!!!
Nessuno ancora era morto ma l’uomo sapeva che all’indomani il cimitero si sarebbe riempito di 3 nuovi clienti paganti, era solo questione di tempo. Ma la morte non era ancora un lusso che nessuno dei tre si poteva permette in quel momento.

 

L’uomo senza volto andò verso la donna, la prese con delicatezza, la guardò e la rimise nella propria bara, era una tomba familiare, la buca era così grande che si intravedeva anche l’altra bara, del marito. (La coppia era stata uccisa da un incidente stradale che aveva coinvolto entrambi).
L’uomo pose lo sguardo verso una foto sopra la bara, una foto che mostrava una coppia felice e sorridente, una donna stupenda ed un uomo al suo fianco, un uomo alto, sorridente e con un occhio di vetro che luccicava, luccicava al sole di quella bella giornata, anni luce lontana da questa notte che odora di sofferenza e solitudine.

 

Non chiedetemi dove sia il rock and roll perché non lo so...