Il cacciatore

Thomas stava rannicchiato sul ramo di un albero tenendo gli occhi fissi sul villaggio illuminato dalla bianca luce della luna. Gli avevano offerto questo lavoro il giorno prima ed ora stava lì, paziente come un cecchino, in attesa della sua preda. La piazza del villaggio era completamente vuota e le finestre e le porte delle case erano state chiuse a chiave. La gente preferiva stare al sicuro e non sapere cosa stesse accadendo fuori, piuttosto che essere partecipe alla battaglia che di lì a poco si sarebbe scatenata.
Thomas aspettava nel più completo silenzio da più di due ore, ormai. La sua forza e la sua abitudine a lavori come quello gli permettevano di resistere al sonno e alla stanchezza come nessun altro uomo sarebbe riuscito a fare. Sebbene fosse immobile da molto tempo, i suoi muscoli erano ancora svegli e pronti ad effettuare il più rapido scatto.
Gli occhi di Thomas scrutavano nelle tenebre della notte cercando di cogliere anche il più piccolo movimento tra la vegetazione e niente sfuggiva al suo sguardo felino e attento. Fu dopo tre ore e mezza dal suo arrivo che dalla foresta sembrò venir fuori qualcosa che mise in allarme i suoi sensi. Davanti a lui, dall'altro lato del villaggio, spuntò dalle tenebre una sagoma terrificante, che si muoveva verso le case con fare minaccioso. All'apparenza sembrava un uomo di statura normale, con il busto leggermente inclinato in avanti, ma Thomas sapeva che ciò che aveva davanti non era un uomo. Non più, almeno. Il mostro si avvicinava con passi silenziosi e pesati, come per non far capire a nessuno che era lì.
Appena la luce della luna lo illuminò, Thomas vide il mostro completamente e sfoderò la sua spada dalla guaina a tracolla. La luna illuminava un essere dalle sembianze vagamente umane, con una pelle scura, sulla tonalità del marrone e con artigli lunghi e neri che spuntavano all'estremità di ogni dito delle mani. I suoi lineamenti erano sfigurati da mille battaglie e un ghigno terrificante gli deformava il viso incutendo timore a chiunque lo guardasse.

Thomas si alzò in piedi lentamente e quando il vampiro raggiunse il centro del villaggio, saltò giù dall'albero atterrando silenziosamente su un letto di foglie. Mentre il mostro si guardava intorno accertandosi di non essere stato visto e fiutando gli abitanti del villaggio nascosti nelle case, Thomas uscì dalla foresta correndo nella sua direzione e roteando in aria la spada a doppio taglio.
Quando il vampiro lo vide arrivare preparò una posizione di difesa flettendosi sulle ginocchia e ruggendo selvaggiamente. La battaglia era cominciata. Fu Thomas ad attaccare per primo, vibrando un pesante fendente dall'alto verso il basso diretto alla testa del vampiro. Il mostro si spostò un attimo prima che la spada lo colpisse e cercò di ferire Thomas all'addome con i suoi artigli, ma l'uomo gli diede un calcio sullo stomaco prima che potesse colpirlo e con la spada ora rivolta verso il basso, vibrò un fendente dal basso verso l'alto con una tale forza che il sibilo sordo prodotto dalla spada coprì in parte il terribile rumore di ossa frantumate e di carni strappate causato dalla pesante lama che aveva colpito il vampiro in pieno volto. Il mostro arretrò di qualche passo, emettendo un urlo terribile e coprendosi il volto con le mani.
Mentre il suo avversario rimaneva immobile per il dolore, Thomas vibrò un altro colpo, questa volta dall'alto verso il basso, con il quale staccò un avambraccio del mostro e gli aprì parte del torace. Il vampiro cadde a terra per l'impatto subito. Thomas cercò di attaccarlo di nuovo, ma il mostro si alzò velocemente dal suolo e facendo un possente balzo all'indietro si allontanò da Thomas di almeno sei metri. Il suo braccio si riformò in pochi secondi e le sue ferite al volto e al torace si rimarginarono del tutto, lasciando solo delle cicatrici. Thomas si avventò per la seconda volta contro il suo inumano avversario, cercando questa volta di staccargli la testa.
La battaglia andò avanti per mezz'ora e nessuno dei due contendenti dava segno di cedimento. Nessuno nelle case si azzardava a guardare e Thomas era costretto a combattere da solo contro un mostro quasi invincibile.
La velocità e l'agilità del vampiro, unite alla sua forza sovrumana, lo rendevano un avversario tutt'altro che facile da sconfiggere. Ma gli anni passati a cacciare vampiri avevano insegnato a Thomas come si combattono questi mostri ed avevano rafforzato le sue già ben sviluppate capacità, rendendolo capace di sostenere una battaglia come quella per un tempo sufficientemente lungo.
Dopo parecchio tempo e parecchie ferite, il vampiro cominciò a mostrare segni di affaticamento, dovuti soprattutto al mancato rifornimento di sangue che avrebbe dovuto fare quella notte. Le sue ferite si rimarginavano ad una velocità sempre minore e Thomas approfittò di questa situazione per colpire con più foga. Era un po' stanco, ma la debolezza del suo avversario dava più potere ai suoi colpi.
Ad un certo punto, colpì il vampiro con un fendente verticale di tale potenza da farlo volare indietro di almeno dieci metri, fino a farlo sbattere su un albero. Il mostro tentò di alzarsi, ma sentiva le forze venirgli sempre meno. Appena fu in piedi, Thomas capì che quello era il momento giusto per chiuderlo in trappola. Così, raccolte tutte le sue forze, gli scagliò la sua spada in pieno stomaco.
La spada trapassò il ventre del vampiro da parte a parte prima che il mostro se ne potesse accorgere, andandosi a conficcare in profondità nell'albero alle sue spalle.
Il vampiro era ormai incastrato. La lama a doppio taglio gli impediva di sfilarsi la spada dal corpo senza strapparsi anche le budella e questo lo costringeva in una posizione vulnerabile. Thomas tirò fuori dal mantello un'altra spada, più piccola e sottile della prima, ma molto affilata. La tolse dalla guaina, si avvicinò di corsa al vampiro e roteando su se stesso vibrò un fendente di tale forza che staccò la testa del mostro dal resto del corpo facendo rimanere la spada conficcata nella corteccia dell'albero.
La testa del vampiro cadde in terra rotolando più volte, mentre il corpo inanimato si accasciava di lato, spinto dal suo stesso peso. Thomas sganciò la spada piccola dal tronco e con un colpo solo squarciò il torace del vampiro, segandone le costole e mettendo in vista gli organi interni. Questa volta la ferita non si rimarginò. L'uomo infilò con decisione la sua mano sinistra nella gabbia toracica del mostro e con uno strattone violento strappò il cuore.
Il sangue del mostro gocciolava ancora dal filo della sua spada quando tra le case incominciarono a spuntare le sagome di altre persone. Uscendo timidamente dall'ombra, gli abitanti del villaggio si fecero tutt'intorno a Thomas e guardarono stupiti il lavoro che aveva compiuto. Con la mano ancora sporca di sangue, Thomas lanciò in aria il cuore del vampiro e lo tagliò a metà con l'ennesimo, preciso fendente, tra gli sguardi allibiti degli abitanti.
I due pezzi del cuore del vampiro caddero in terra senza rimbalzare e si afflosciarono su se stessi accanto alla testa del mostro. Ci furono pochi, interminabili minuti di silenzio. Tra lo stupore generale nessuno sapeva di preciso cosa dire.
Fu Thomas a parlare: "Benissimo, signori" disse mentre riponeva la spada piccola nella guaina "Il mio lavoro qui è finito. Il mostro è debellato" Poi si avvicinò alla carcassa inerme del vampiro, impugnò la spada rimasta conficcata nel suo addome e con uno strattone fortissimo la strappò via, trascinando con sé oltre a pezzi della corteccia dell'albero, anche le viscere del mostro rimaste impigliate nei denti adunchi del filo superiore della spada.
Alla vista di questo, molta gente si sentì male, ma Thomas sembrava impassibile alla vista degli organi interni del vampiro che adesso facevano compagnia alla testa e alle due mezze parti del cuore. Mentre puliva la spada con le mani coperte dai robusti guanti di cuoio, Thomas si rivolse alla gente del villaggio e disse loro: "Tutto ciò che dovrete fare adesso è bruciarne i resti" Detto questo infilò la spada nella guaina a tracolla, si avvicinò ad una botte piena d'acqua e dopo essersi sfilato i guanti sporchi di sangue e viscere si sciacquò la faccia. Poi li infilò di nuovo e li lavò, colorando l'acqua di sangue e sporcandola inevitabilmente con le viscere del mostro. "Fate benedire quest'acqua dal vostro parroco, affinché il sangue e i pezzi di budella al suo interno non possano più nuocere. Poi svuotate la botte nel fiume"
Il capo del villaggio si avvicinò a Thomas con passo incerto quanto smarrito e mentre l'uomo si asciugava i guanti gli disse: "Noi non sappiamo proprio come ringraziarvi. Ci avete liberato da un incubo che ci tormentava da mesi. Ma siete sicuro che quel mostro sia diventato inoffensivo? Abbiamo provato ad ucciderlo in diversi modi, ma dopo un po' riusciva sempre a svegliarsi"
"Più che sicuro" rispose Thomas "È così che si ammazzano queste bestie. Quanto al ringraziarmi, la mia tariffa la sapete"
Il capo del villaggio prese dalla tasca un sacchetto pieno di monete che a ogni movimento della sua mano urtavano rumorosamente fra loro e lo consegnò a Thomas dicendogli: "Cinquecento denari, come stabilito". Thomas, senza pensarci su due volte, lo infilò sotto il mantello insieme alla sua spada piccola e senza dire una parola si diresse verso il suo cavallo, legato pochi metri più in là. "Buona notte, signori" disse salendo in sella "Se avrete ancora bisogno dei miei servizi sono a vostra disposizione" Detto questo spronò il cavallo e si dileguò nell'oscurità dei sentieri a Sud.

Gianluca Malato