Poker

Piero scrutava con attenzione le carte che Max gli aveva appena passato, lui solitamente amava "trizzicarle" scoprendole una ad una con una lentezza soporifera, invece questa volta decise di aprirle tutte e cinque contemporaneamente, la serata per lui era stata particolarmente monotona, senza troppi scossoni, le mani che avevano preceduto questa erano state un'alternanza di vittorie e sconfitte quasi omogenea e attualmente poteva considerarsi in pareggio, cosa che invece non si poteva dire di Max che dalle dieci di quella sera non era ancora riuscito a vincere una sola mano. E pensare che le carte buone non gli erano mancate, "tris" e "scale" avevano spesso fatto capolino tra le sue mani e proprio per questo fatto le perdite erano arrivate ad essere ancora più considerevoli per via della posta che di volta in volta aveva deciso di alzare certo della vittoria che avrebbero dovuto garantirgli determinate combinazioni: con un "tris d'assi" aveva subito un "full di donne" da parte di Sandro, alla sua "scala massima" Antonio aveva invece opposto un "colore a fiori" e così tra bestemmie e pugni sul tavolo aveva dovuto consegnare al suo avversario il suo indice della mano destra che Antonio era stato lestissimo a segare e a ricucirsi tra il suo di indice e pollice non mancando di prendere in giro il compagno salutandolo con la sua nuova mano a sei dita.
Anche Sandro era in perdita quella sera, Antonio da un po' di tempo a questa parte pareva avere una fortuna così spropositata che il giorno prima, trovatisi Sandro e Piero all'uscita del cimitero, erano arrivati addirittura a confidarsi di avere entrambi preso in considerazione il fatto che il loro amico gobbo fosse in combutta col diavolo, ma questi aveva prontamente smentito anteponendo la volta nella quale era stato costretto a cedere allo stesso Piero un rene e l'occhio sinistro.
"Carta" chiese Sandro riordinandosi tra le mani la sua "scala" a quattro carte nell'attesa del "dieci" che avrebbe dovuto inserirsi tra il "nove di fiori" e il "jack di cuori". Un risolino compiaciuto gli sfuggì dalla labbra quando si vide comparire le dieci piccole figure delle picche.
Antonio cambiò tre carte lasciandosi il famoso "asso ballerino" che quella sera non lo aveva ancora tradito.
Piero "servito" aprì proponendo che sarebbe stato ben felice se quella notte oltre alla sua Rachele a letto con lui fosse stata presente un'altra donna a fargli compagnia.
Max guardò prima le carte che aveva in mano poi Federica in piedi dietro di lui e dopo aver considerato che una stupida "doppia coppia" non valesse una posta come la sua ragazza, decise di gettare le carte sul tavolo definendo il suo "passo".
Sandro che già si immaginava in contorte posizioni a trois, "vide" il piatto, insensibile al diniego lamentato da Sara.
Antonio dal canto suo non aveva donne da poter giocare e così dopo aver proposto di pareggiare la posta mettendo sul piatto il suo amato pitone Lothar, asserendo di avergli insegnato notevoli giochetti erotici capaci di soddisfare sia uomini che donne, e ottenuto il pronto rifiuto da parte di Sandro fu costretto a "puntare" la propria collezione di genitali composta da dodici pezzi maschili e sedici femminili di ogni razza e dimensione.
Adesso non rimaneva che scoprire le carte. La tensione divenne insostenibile. Rachele e Sara a mani giunte presero a pregare mentalmente ognuna per il proprio compagno.
Toccò a Sandro mostrare le proprie carte per primo e lui, ormai prossimo all'erezione per aver gettato più di uno sguardo al decolté di Rachele, tirò fuori una "scala dal sette al jack".
Piero rispose divertito con un "full di kappa coi nove" e con una rapidità che non gli si riconosceva a causa della mole non proprio esile, si alzò a cingere la vita di Sara non mancando di far scendere di tanto in tanto la mano giù per la coscia della ragazza.

 

"Poker d'assi !!!"

 

Antonio scoprì le sue carte esultando come un attaccante dopo aver fatto un gol decisivo a far vincere lo scudetto alla propria squadra. Dietro di lui gli sguardi dei tre compagni di gioco erano increduli e avviliti, Antonio se li sentì addosso divertito, compiaciuto anche dalle facce disgustate di Rachele e Sara nell'immaginarsi a letto con lui quella notte.
In quella concitazione di urla trionfali e grida disperate, dalla manica del braccio destro del vincitore scivolò furtiva una carta dal dorso identico a quello delle altre carte con le quali si era giocato fino ad allora, così ai quattro canonici assi di cuori, quadri, fiori e picche si aggiunse un secondo "asso di quadri" a formare un "pocherissimo" impossibile che modificò in un attimo le espressioni dei giocatori: irritati e maligni quelli dei tre perdenti, spaventato e incredulo quello del vincitore.
"Non è come pensate" farfugliò Antonio un momento prima che un'accetta gli si conficcasse in mezzo agli occhi separando con precisione chirurgica le due parti della fronte a mostrarne il cervello.
Dopo tanto tempo passato ad aspettare che giungesse il proprio momento di giocare, Paolo fu finalmente pronto a mettersi a sedere al posto di Antonio non prima però che Max ebbe recuperato il proprio indice.
"Ottima mira" si complimentò Sandro. "Grazie" rispose Piero decisamente affaticato dall'operazione di recuperare l'arma dalla testa sanguinante del morto.

Sebastiano Cannarsa

Sono nato il 15/09/1973 a Termoli (CB). Attualmente lavoro come Responsabile per il Controllo di Gestione per un'azienda titolare di alcuni Supermercati Conad nel Molise, leggo circa una decina di libri al mese e i miei autori preferiti sono Stephen King (naturalmente), Umberto Eco, Peter Straub, Andrea Pinketts e Patrizio Pacioni, e a parte alcuni racconti, ho anche scritto un romanzo di circa 120 pagine che non ancora propongo ad alcun editore e un altro (di cui ho scritto già 160 pagine) è invece in via di sviluppo.