Postmortem

I
Cristina si sveglia di soprassalto, quando la luce del giorno filtra dalle persiane chiuse. Nuda, si gira nel letto e si ritrova sola. Franco non c'è, si è alzato ed è andato via senza fare rumore, senza svegliarla.
Franco l'ha fatta venire la sera prima. Cristina ha chiuso gli occhi e non ha pensato al freddo che la prende ogni volta che lui le si avvicina. Ha chiuso gli occhi, sentendo soltanto la lingua di lui sulla sua fica. La lingua di Franco varia il ritmo delle leccate, assecondando la sua eccitazione. All'inizio lecca ritmica il clitoride che si va indurendo. Cristina ha aperto le gambe, rivelando il sesso e gli ha guidato la testa tra le cosce. Quando la fica di lei comincia a bagnarsi, Franco lecca più a fondo, infila la lingua tra le pareti umide, beve il suo miele.
"Non smettere." gli ordina lei quando comincia a godere.
L'orgasmo la prende dalla pancia e la fa gridare.
"Basta." dice chiudendo le cosce ed allontanandolo "Sono troppo sensibile. Quando vengo e non voglio più essere toccata."
Franco continua a cercarla, la carezza, esplora con le dita la carne, gonfia di sangue ed umida di saliva.
"Non sei mai stanco?" gli chiede lei.
"No." risponde lui.

 

Cristina ha incontrato Franco in un bar di periferia, è stato il barista ad organizzare l'approccio.
"Non tratto con gli intermediari." ha replicato lei dura "Digli di parlarmi di persona."
E Franco si è avvicinato. E' stato gentile, diverso dagli altri uomini che cercavano di abbordarla.
"Troppo gentile! Un altro bastardo che tira solo a fottermi!"
Quando, per provocarlo, gli ha insinuato la mano tra le gambe, lui l'ha respinta.
"Cosa vuoi da me?" gli ha chiesto lei.
"Voglio te, ma non così." ha risposto lui.

 

"Beethoven rilassante?" le chiede, scherzando, Franco.
"Sì, ed allora?" risponde Cristina, ascoltando la musica.
E' nuda, distesa sul divano. E' ancora bella Cristina, il volto ovale con i capelli corti, gli occhi profondi e liquidi, la carne pallida, i seni piccoli, appena segnati. E' magra ed alta sopra la media.
Franco si accuccia al suo fianco, la carezza, cerca le sue curve, i suoi recessi umidi.
"Mi piace il tuo corpo, mi piace toccarlo, è... caldo." sussurra, quando la sfiora con un bacio.

II
Franco non parla per ore. Nudo, resta accucciato in un angolo e la guarda muoversi per casa.
Un giorno Cristina lo ha affrontato, lo ha schiaffeggiato in faccia, duramente.
"Che cazzo vuoi?" gli ha chiesto.
"Te."
"Cercavi una padrona?"
"Sì." ha risposto lui.
"Giù, schiavo!" gli ha ordinato Cristina.

 

"Qualunque cosa incontrerai sarà un mostro. Una mente non più umana, ma ancora terribilmente legata alle cose ed alle passioni di questo mondo."

 

Il freddo nella stanza è insopportabile. Franco la fronteggia, il corpo, nudo, è pallido e con i muscoli tesi.
"Che cosa ti è successo?" domanda Cristina.
"Sono... cambiato." risponde lui.
E' qualcosa di non più umano, avanza verso di lei e Cristina vede il corpo cambiare, gonfiarsi, esplodere nella dissoluzione orrenda della decomposizione. Eppure rimane vivo.

 

Cristina si sveglia di soprassalto...

 

Al mercato Cristina ha comperato un coltello, una lama lunga, almeno trenta centimetri. Lo ha nascosto nell'armadio.
Franco la abbraccia, la cerca, le sue mani sono fredde, ferme ma gentili. Sente la lingua di lui entrarle in bocca, incontrare la sua.
"Non pensare, fallo." si libera e va all'armadio.
"Crepa, mostro!" grida quando si volta e lo colpisce.
Il sangue nero spruzza dalle ferite, macchia di pece la sua carne pallida, zampilla ritmico dalle arterie recise.
"Allora ti batte un cuore!" grida Cristina.
Franco cerca di afferrarla.
"Giù schiavo!" gli ordina e, come in una scena irreale, lo guarda mettersi carponi davanti a lei.
Ha gambe lunghe e snelle Cristina, con un movimento lo scavalca e gli è sopra, passa la lama sotto il mento di lui e gli taglia la gola. Il fiotto di sangue nero è abbondantissimo, macchia il pavimento. Franco si alza e la getta a terra. Cristina si nasconde in un angolo. Franco la insegue, il sangue nero la schizza, brucia negli occhi, le riempie la bocca con il suo sapore disgustoso. Franco rantola, soffocato dal suo sangue, mentre Cristina, dal suo angolo, lo guarda morire.

 

III
Il freddo nella stanza è insopportabile. Cristina si stringe in una coperta, ma non serve. Il freddo le viene da dentro. Tra i brividi, sente che il suo corpo è cambiato, è diventato più forte.
Nella strada, uomini e donne sono macchie di color rosso: corpi deboli... e caldi. Cristina sa di poter balzare su di loro e ghermirli, come faceva Franco.
Presto sarà notte, presto scenderà in strada a mangiare.

Magda L.