Il messia

L'uomo sul palco parlava da pochi minuti. La folla silenziosa in ascolto. Tesa come lei a percepire ogni parola, ogni sillaba di ciò che avrebbe detto quell'uomo.
Già qualcuno lo chiamava il messia.
A Jud pareva esagerato. Certo doveva ammettere che Zac Candinski in pochi mesi aveva sistemato molte cose.
Era apparso all'improvviso sulla scena. All'inizio marginalmente, si era occupato di piccoli problemi locali. Con idee semplici che, una volta esposte, sembravano addirittura banali, aveva sistemato un ospedale qui, un centro studi là. La sua fama di mediatore era cresciuta in fretta. Le problematiche più gravi erano presto giunte fino a lui.
In pochi fervidi mesi Jud si era trovata ad essere il capo della sicurezza dell'uomo. Di colui che con la semplicità delle sue idee aveva risolto conflitti mondiali, assicurato giustizia sociale in mezzo mondo. Portato interi popoli e nazioni ad essere più giuste e generose nei confronti di genti lontane, meno ricche o fortunate di loro. Sempre più raramente al mondo si moriva di fame.
Non c'era da stupirsi che in molti ormai lo chiamassero messia. Le folle lo osannavano.

Il lavoro di Jud non avrebbe potuto essere più facile. Nessuno si sarebbe neppure sognato di far del male a quell'uomo. Anche un suo semplice sguardo placava gli animi. La sua parola spezzava il silenzio dell'egoismo, era gravida di giustizia. Ogni uomo, donna, bambino che lo guardava e ascoltava, non poteva che amarlo.
Jud allontanò un attimo l'attenzione dalla folla per posarla su Zac. Mio Dio ma chi era quell'uomo?
Un movimento improvviso ai margini del suo campo visivo attirò la sua attenzione. Uno sfarfallare. No, niente di strano, probabilmente un gioco di luce.
Riportò lo sguardo su Zac. L'aria davanti al volto dell'uomo tremolò improvvisamente. Jud sbatté le palpebre. La sua vista tornò a fuoco ma Zac era cambiato.
Sul palco non c'era più l'uomo che tutti vedevano ma un essere mostruoso, una sorta di abominio, zanne colanti viscido muco, artigli affilati e spaventosi. Jud era impietrita.
L'essere parlava una lingua aliena e maledetta. Minacciava la terra e tutti i suoi abitanti di atroci sofferenze e schiavitù.
Jud ne fu terrorizzata, estrasse la Derringer e fece fuoco. Zac si accasciò colpito mortalmente.
Subito dopo anche Jud cadde, stroncata da un arresto cardiaco. Un infarto provocato dalla sostanza che quella mattina qualcuno aveva aggiunto al suo caffè.

Luisella Bacchiocchi