Strade di Hollywood

John e Gregory non ne potevano più.
Uscirono da quella malsana discoteca piena di donne ubriache, con vestiti alla moda sporchi di drink rovesciati da avvenenti aspiranti attori di Hollywood cocainomani. Mentre si allontanavano, il rumore sordo della techno li accompagnava, come un martellante senso di emicrania da dopo-sbornia.
Entrarono in macchina esausti: erano le 5 del mattino ed erano insoddisfatti, sfiniti dal grigiore splendente della California.
"Cristo santo, avresti potuto andarci con quella lì: ti lamenti sempre che nessuna te la dà e poi, alla prova dei fatti…" disse John, con voce impastata di alcool.
"Piantala, ok? Non mi piaceva. Anzi, a dirla tutta, mi faceva schifo al cazzo!" fece Gregory.
La macchina partì sgommando, un suono cieco nella notte malata di droga, tra le luci della ribalta di una città condannata.
Dopo qualche minuto di silenzio, Gregory aprì la bocca:
"Non ho voglia di tornare in albergo: che ne diresti di un giretto per la collina?"
"Mah, insomma… sono distrutto: perché non ci andiamo domattina?"
"Dai, su! Ho in mente qualcosa che ci risolverà la serata!"
"Cosa?"
"Te lo dico quando arriviamo lì."
"Okay, okay. Però facciamo alla svelta. Ci vogliono venti minuti per raggiungere la collina. Per le sette voglio essere nel mio letto a dormire, così domani andiamo un po' in spiaggia."
Presero la strada per le colline: tornanti tortuosi che si annodavano stretti, troppo stretti per la guida alcolizzata di John. Erano arrivati circa a metà della collina, quando:
"Senti, mi devo fermare, non mi sento bene…" disse John.
"Ok, in ogni modo siamo nella zona giusta."
Si fermarono. John uscì di corsa, sbattendo la portiera, per andare a vomitare tra i cespugli.
Troppi cocktails…
"Cazzo, sto di merda!"
"Proprio ora che viene il bello!"
"Cioè? Mi fai un pompino qui?"
"No!" e detto questo Gregory si sdraiò sull'asfalto, nel mezzo della strada. Poi continuò:
"Hai mai visto The program? Hai mai sentito di quelli che si mettono in mezzo alla strada scommettendo su chi si alza per ultimo quando arriva una macchina?"
"Sei impazzito? Alzati di lì, stronzo!"
"Eddài! Scommetto cento dollari che il primo ad alzarti sarai tu, perché sei solo una checca fifona!"
"Che cazzo… va bene, ci sto!" e si mise vicino a lui.
Intorno, tutto era silenzio.
Appena un alito di vento stormiva tra le fronde.
Ma nessuna, nessuna auto passava.
Erano già passati venti minuti e il gioco si faceva noioso.
John si alzò: "Andiamocene! Qui finisce che mi addormento: chi vuoi che passi da queste parti prima dell'alba?"
Gregory non rispose.
John si avvicinò per scuoterlo, pensando che stesse dormendo ma la testa di Gregory si girò spontaneamente da un lato, senza volontà, lasciando intravedere del sangue che usciva dal cranio.
Era morto.
John si ritirò. "Checcazzo… ". Era terrorizzato: come poteva essere successo? Portò Gregory fuori della carreggiata, poi cercò il telefonino, lo accese ma non c'era campo. Avrebbe dovuto prendere la macchina ma non ci pensò. Scese invece a piedi lungo la strada cercando soccorsi.
Camminava da dieci minuti quando vide un uomo grasso, di spalle, sul bordo della strada. Tremava.
John si avvicinò a lui: "Senta, mi scusi… un mio amico, lassù… sta male, ho bisogno…".
L'uomo non lo fece finire. Si voltò appena e mise nella mano di John un libro; poi si inoltrò nei cespugli e scomparve. Sconvolto, John lasciò cadere a terra il libro e continuò.
Passarono altri minuti, altra strada e vide un vecchio, seduto in uno spiazzo. John gli raccontò cos'era accaduto.
"Non chiederti cos'è successo" fu la risposta "Il destino gestisce le nostre vite a caso, come un gioco d'azzardo; gli dei ci scrutano e giocano con noi come con una casa di bambole. Non farti domande sulla strana morte del tuo amico!"
Era la Morte quel vecchio? Aveva un ambiguo sorriso, i suoi occhi scintillavano mentre John si allontanava: sembrava voler dire: "Ci vediamo più tardi!"
John vagava a caso, in delirio schizoide, con la bocca semiaperta e gli occhi sbarrati, la sua anima viaggiava sul vascello che conduceva verso il buio eterno.
Sorrise quando vide i fari del camion che gli si avvicinavano e non provò dolore mentre le sue ossa si schiantavano sotto le ruote.
Visse ancora per due minuti: giungeva la Fine quando vide il vecchio e il grassone che gli si avvicinavano e stava per dir loro il suo nome quando capì di esser morto.

 

La storia è ispirata ad un fatto vero: un automobilista rinvenne il corpo esangue di Gregory Moore sulla collina di Hollywood. Del suo amico John Francis Gordon non si è mai più trovata traccia.

Francesco Salvadori