Il pentacolo

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2003 - edizione 2

Con questo pentacolo elettrico ho eretto una barriera impenetrabile attorno a me.
Persino i Grandi Esterni non potrebbero attraversarla; e, stando alle voci che circolano su questa vecchia casa, sembra che qui siano all’opera delle entità molto forti, forse tra le più potenti che io abbia mai incontrato. Per questo mi sono premurato di prendere ogni precauzione.
Dopo aver ispezionato tutte le stanze, ho scelto questa come luogo ideale dove trascorrere la notte. In questo periodo dell’anno il crepuscolo giunge presto, così ho fatto appena in tempo ad attivare le apparecchiature e a posizionare il pentacolo nel centro della stanza che già la casa era immersa in una densa oscurità.
Ora tutto è pronto, non mi resta che attendere qui seduto sulle fredde assi di questo pavimento marcio. E’ in assoluto il momento peggiore, il più snervante, quello dell’attesa; ogni piccolo rumore viene amplificato dal silenzio della notte e dalla mia paura.

La temperatura è decisamente scesa di alcuni gradi e percepisco una corrente d’aria fredda che mi lambisce caviglie; deve essere uno spiffero che penetra da quelle assi schiodate vicino ai miei pie… un momento… ora alla luce della luna vedo meglio, si tratta di… oh mio Dio!… E’ una botola! Ho piazzato il pentacolo proprio attorno ad una botola nel pavimento!
Rimango attonito ad osservare quell’irregolarità nella superficie delle assi che prima non avevo notato, mentre maledico la mia stupida incoscienza. Sento dei rumori sommessi sotto di me, ma non trovo fiato per gridare perché ora la botola si sta aprendo… vorrei alzarmi e fuggire, ma non riesco a muovermi, ogni singolo muscolo del mio corpo è paralizzato dal terrore.
Non posso far altro che chiudere gli occhi e tremare, mentre la botola viene divelta e una folata di vento gelido mi avvolge trascinandomi in un silenzioso delirio.

Arcam