L'incubo del risveglio

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2003 - edizione 2

Mi svegliai. Il sudore freddo incollava la schiena alle sudice coperte in cui ero avvolto.
Gli occhi si mossero intorpiditi. 23:32 sotto 31/10/2003 segnava il display che rimaneva nell'anonimato semioscuro di quelle cifre spezzettate. Dovevo aver sognato. Terribile: sono in casa, solo, su una sedia a rotelle; Glemnorange corposo alla mano per bruciare la stupida festa d'oltreoceano che viene a bussare alle porte dei vecchi soli. Sento suonare il campanello; lo sento di nuovo... No, al terzo richiamo faccio gemere il legnoso pavimento sotto le ruote appesantite dall'alcool. Apro alla tenera bambinetta con stivali e ombrello gialli. Non dirlo! no... No!

Il bicchiere si frantuma e la morsa si stringe attorno all'esile collo, soffocando gli spasmi, fino all'ultimo rantolio, morente insieme alla pioggia.
Mi girai nelle coperte e sporsi lo sguardo fuori dalla finestra. Il vetro appannato ovattava gli applausi scroscianti dell'acqua. Qualcosa si levava nell'aria... un suono fastidioso, un patetico lamento amorfo.
Riconobbi l'acuto e piatto ululare di una sirena che si avvicinava sempre di più... sempre di più, fino a fermarsi lanciando un ultimo grido. Poi il campanello suonò; suonò di nuovo... no... No!
Al terzo richiamo mi svegliai.
Aprii gli occhi, allarmato, e mentre i cardini cedevano ai calci, pesantemente mi lasciai cadere sulla sedia a rotelle.

Livio Fania

Sono nato il 26 Aprile 1987, frequento un istituto d'arte e non mi sono mai cimentato nell'ambito narrativo "dall'altra parte delle pagine", in quanto sono dedito più che altro a fantasy e giochi di ruolo. Per quanto riguarda questi ultimi a livello informale è stato da me fondato un gruppo chiamato "il giro di vite" che si occupa del livello teatrale e di altri aspetti di essi, con vari progetti appoggiati dal nostro comune all'attivo.