Bestie

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2003 - edizione 2

Immerso nelle tenebre, l’oscurità m’avvolge come un pesante manto nero.
Quanto tempo è passato?
Non riesco più a distinguere l’inizio dalla fine...

 

Nascosto in un vicolo attendo pazientemente che accada qualcosa.
So che LEI è là, nascosta da qualche parte e come me aspetta il momento giusto per agire.
Devo fermarla, questo assurdo gioco deve finire.

 

Una fitta nebbia rende tutto così irreale, sono imprigionato in un incubo dal quale non riesco a destarmi.
Scorgo una figura muoversi nel buio, è una ragazza giovane e bella, è la preda perfetta, mi immagino LEI che si sta leccando i baffi. La fanciulla si guarda attorno spaesata, deve essersi persa, non era mai stata in questo posto, forse perché questo luogo non era mai esistito prima e probabilmente dopo questa notte non esisterà più.

Sfioro il pugnale, sto per agire ma esito: voglio assaporare questo istante ancora per un attimo.

 

Improvvisamente un’ombra agile e mostruosa si muove rapida e furtiva, è giunto il momento, è LEI! Mentre si avventa sulla sua preda mi paro davanti, la ragazza guadagna qualche metro ma non abbastanza per fuggire. Mi batto come posso ma è una lotta che non mi è dato vincere: LEI è troppo forte. Vengo scaraventato contro un muro e perdo i sensi per qualche secondo. Quando riapro gli occhi non sento dolore, solo rabbia. LEI è ancora lì sul corpo della giovane, la sta divorando. Mi alzo e mi avvicino sconfitto, LEI mi guarda sogghignando, stacca l’ultimo brandello di carne e s’allontana lasciandomi quel che resta della carcassa, io affondo i denti, non è rimasto molto ma sarà sufficiente...
Avrei potuto colpirla alle spalle approfittando della sua distrazione, ma non sarei comunque riuscito a batterla: non sono ancora abbastanza forte per sconfiggere mia madre.

Emanuele Lombardo