Solo nel buio

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2003 - edizione 2

L'aria era fredda e immobile e pesante come un blocco di marmo che gli schiacciasse i polmoni, a ogni passo la polvere depositatasi negli anni sul pavimento si alzava e lo inondava soffocandolo e straziando la sua gola con violenti colpi di tosse.
Rimase qualche istante immobile in preda a una paura così sottile da attraversare la fitta trama della sua anima e colpirlo lì, nel profondo, dove fa più male.
D’un tratto la sua mano si mise a cercare freneticamente in tasca la piccola torcia elettrica che aveva portato con sè e quando alla fine la trovò si affrettò ad estrarla per accenderla e dissipare finalmente le tenebre che lo avvolgevano.
BAM.
“Dannazione”
La torcia gli era caduta e ora la sentiva rotolare sempre più distante… sempre più distante, poi nuovamente silenzio.
Era spacciato.

Solo nel buio più fitto che mente umana possa immaginare la paura si fece più grande e più potente e lo colpì con forza facendolo piegare su se stesso come se avesse ricevuto un pugno in pieno stomaco.
“Ecco, è la fine” pensò ancora carponi “rimarrò qui e il buio mi inghiottirà come una bestia feroce e io non conoscerò mai più l’alba e la luce del sole, vivrò in un mondo solitario e tenebroso”
Quei pensieri gli ottenebrarono la mente e fu sul punto di lasciarsi andare e quasi si sentiva dissolvere lentamente nell’oscurità come acqua che corre via in un ruscello quando un sinistro cigolio lo riportò alla realtà.
Una porta che si apriva lentamente, un raggio di luce che timidamente si faceva strada fendendo le tenebre sino agli occhi dell’uomo che lo assaporò come mai prima aveva assaporato nulla.
“Marco” disse la luce con voce femminile “Smetti di fare lo scemo, cambia la lampadina della cantina prima che qualcuno si ammazzi scendendo!”

Andrea Abrile

Nato a Torino l'11/08/1986 studia e nel tempo libero scrive piccoli racconti nella speranza un giorno di riuscire a finirne uno.